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Roma

di Potito Salatto *


La scelta, discutibile o meno ma corroborata da Partiti con consensi non indifferente, effettuata da Berlusconi, Salvini, Meloni di candidare unitariamente Bertolaso a Sindaco di Roma, ha posto in risalto tutte le contraddizioni esistenti fra i protagonisti di chi vuole rappresentare, a suo modo, il centrodestra italiano e nazionale.
Contraddizioni che, inevitabilmente, favoriranno , quanto meno a Roma, il PD o il Movimento 5 Stelle. Il primo responsabile della funesta esperienza Marino; il secondo ancora non attrezzato culturalmente, politicamente ed amministrativamente a gestire una città, di per sè, difficile come Roma.
La domanda che viene spontanea: dal momento che tre leader compiono una scelta che, certo,non è da sottovalutare per capacità, moderazione, esperienza quale quella di Bertolaso, è logico che chi dice di avere "Roma nel cuore" (Marchini) o chi si vanta (?) di essere più nuovo (Storace) non accetti di fare, umilmente, un passo indietro per contribuire significativamente alla conquista del Campidoglio?
Fino a quando il cosiddetto "centrodestra" non ritroverà una sua vera unità, continuando a cercare spazi personali esigui e non incidenti, questo Paese rimarrà prigioniero di un "renzismo" non solo nazionale ma anche locale,c onfigurando una sola alternativa al PD, quella del "grillismo".
La Politica (quella con la P maiuscola) ha le sue regole per essere autorevole e vincente sul qualunquismo: saggezza, umiltà, sensibilità, coraggio.
Come ha detto saggiamente il grande pianista Bosso a Sanremo: "La musica è come la vita. La si fa insieme.". Bene, anche la politica, per essere nobile, è come la musica e la vita: "la si fa insieme". In caso contrario non è Politica, è solo ambizione personale, e per questo, spesso non legittimata dai fatti e dal consenso.

* On.Potito Salatto Vice Presidente Popolari per l'Italia

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