La campagna romana tra vibrazioni e musica. Annino in mostra al Quadraro
Prima personale dell'artista sabato 14 aprile all'interno di Casa Vuota
Dipinti, disegni, un video e anche un'installazione sonoro per rievocare suggestioni campestri e visioni bucoliche. La campagna romana arriva al Quadraro: Adriano Annio in mostra a Casa Vuota.
L'artista arriva a Roma, per una prima personale, al "Termoclino Guidarello”, ospitata da Casa Vuota (via Maia 12 int. 4A) dal 14 aprile al 3 giugno 2018, con una mostra a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. Adriano Annino presenta una selezione di dipinti, disegni, un video e un’installazione sonora che sintetizzano la ricerca da lui condotta nell’ultimo anno, a partire da una personale elaborazione – con un linguaggio stratificato e vibrante – di suggestioni campestri, visioni bucoliche di pastori che suonano seduti accanto al gregge, accenti e gesti di tempi perduti e ritrovati attraverso citazioni della storia dell’arte.Nell’appartamento del Quadraro, trasformato recentemente in museo, si reinventa un orizzonte agreste, immaginando quello che la zona era prima della costruzione di Cinecittà negli anni Trenta.
“Dà il titolo alla mostra – spiega Francesco Paolo Del Re – l’attributo ‘guidarello’, dato al castrato che il pecoraro anticamente sceglieva come guida del branco nelle pratiche della transumanza: al suo collo veniva appeso un campano che rappresentava una proiezione sonora del pastore stesso. Questa traccia uditiva del campanaccio guida l’artista nel tentativo di allargare lo sguardo a un vasto repertorio di altre forme e di sintonizzare l’orecchio sulla memoria di altre musiche di una convivialità perduta, suggestioni di cui il suo immaginario si nutre, affastellate e riscritte con attitudine iconoclasta”.Adriano Annino prosegue il percorso di riflessione iniziato nel 2016 sulla metafora del termoclino, termine scientifico che indica lo strato di transizione che in mare divide l’acqua di superficie, esposta alla luce del sole e quindi soggetta alle variazioni climatiche, da quella profonda più fredda e stabile. Metafora del confine dialettico tra spinte opposte di autoconservazione e cambiamento compresenti nella psiche umana. “In un cortocircuito tra dati biografici e memorie culturali – aggiunge Sabino de Nichilo – Annino si interroga sulle dinamiche psicologiche e sociali dell’affermazione dell’identità individuale rispetto alle logiche del gruppo, cercando di cogliere in profondità istinti rimossi che albergano in noi con la forza di un’eco che non si lascia sopire dalle convenzioni”.
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