Roma

La Certosa di Trisulti a rischio chiusura. Solo 4 monaci, il più giovane ha 79 anni

A ottobre la Certosa di Trisulti, nel comune di Collepardo, una pregevole struttura del 1200 ricca oltre che di storia anche di opere d’arti e dall'alto valore religioso, rischia di 'chiudere'. I quattro monaci cistercensi, il più giovane di 79 anni, quello più anziano di 90, non possono più gestirla a pieno e non vi sono monaci giovani da inviare loro in aiuto. Dopo due anni di rinvii, la data di ottobre sembra essere quella definitiva entro la quale gli anziani monaci si tireranno dietro il portone della centenaria abbazia.

Dopo otto secoli, la Certosa, monumento nazionale dal 1873, rischia di rimanere disabitata. Così senza tutele resteranno le opere d'arte, la biblioteca di 25mila volumi antichi e la farmacia del XVII secolo conservate nella  celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III e affidata, dal 1208, ai monaci Certosini e passata poi nel 1947 agli attuali monaci Cistercensi della Congregazione di Casamari.

Tante sono le ipotesi sul futuro. Una nuova comunità monastica? “Magari – ad augurarselo è Maria Scerrato, presidente dell’associazione 'Amici della Certosa' – Sarebbe la soluzione che permetterebbe di conservare non solo la struttura monumentale della Certosa, ma anche la sua natura spirituale”. Nessuno conosce i termini delle trattative che certamente sono in corso, e neanche chi sono i protagonisti. Trattativa certamente complessa, dato che strutturalmente appartiene al ministero dei beni Culturali ma la congregazione dei cistercensi che la custodisce dal 1947 può rivendicare altre proprietà che in questi 68 anni ha acquisito per conto proprio. Quindi l’uscita dei monaci non coinciderà con la restituzione delle chiavi al Ministero e il timore che si possa andare incontro ad un lungo periodo di empasse è sempre più fondato. “Chiudere quella struttura, però, significherebbe sancirne la morte”, ne è sicura la Scerrato.

Ad oggi a supporto dei monaci ci sono solamente alcuni volontari. Uno si chiama Domenico, a meno di 60 anni e arriva da Roma. "Sono anni che ogni sabato vengo qui a Trisulti - racconta mentre pulisce la fontana davanti la chiesa di San Bartolomeo - Vengo volentieri e aiuto i monaci nelle faccende ordinarie, altrimenti come farebbero”. "Lo faccio per motivi personali, una specie di ex voto", dice. Non è l’unico ma i volontari da soli non bastano e la data di ottobre resta improrogabile. “I monaci, seppur anziani, ne sono l’anima – dice la Scerrato - e sono loro che riescono a tamponare l’incuria”. Una volta chiusa, in quel luogo isolato, un simile scrigno di tesori architettonici, artistici, storici e religiosi potrebbe divenire tappa di scorribande ladresche. E’ quindi corsa contro il tempo per portare a termine una delle trattative in corso con una delle comunità di monaci e suore che hanno manifestato interesse.