Roma

La Corte dei Conti boccia 9 anni di bilanci: “I problemi nati con Alemanno”

Analizzati i bilanci del Campidoglio dal 2008 al 2017: per la Corte dei Conti contengono “squilibri latenti”

Bilancio del Campidoglio nel caos, la Corte dei Conti boccia 9 anni di gestione del debito di Roma: contiene "squilibri latenti" a causa dei criteri con cui nel 2008 è stata impostata la gestione commissariale del debito storico del Comune con Alemanno.

 

A scriverlo è la sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti, che ha analizzato i bilanci del Campidoglio dal 2008 al 2017. Secondo i giudici contabili la realtà dei conti comunali "non risulta allineabile all’archetipo di una gestione liquidatoria pura" per il "criterio temporale di individuazione delle partite debitorie da essa recepibili, per la conseguente potenziale ampiezza del suo oggetto, per l’assenza di fissazione di un termine di durata, nonché per l’obiettivo di integrale estinzione delle dette passività".

L'analisi dei documenti porta la Corte dei Conti ad "un giudizio complessivamente non positivo sugli squilibri latenti in ordine al bilancio di Roma Capitale occasionati dalle numerose problematiche rilevate, che hanno posto in evidenza la non completa trasparenza delle scritture e reso difficile il collegamento di debiti e crediti dovuti alle operazioni di reimputazione con i giustificativi contabili originari attestanti, relativi ai debiti e crediti verso terzi al fine di una più chiara definizione dell’indebitamento pregresso trasferibile alla Gestione Commissariale, nonché della coerente pianificazione delle necessarie coperture finanziarie".

Nel suo documento di analisi dei bilanci del Campidoglio dal 2008 al 2017 la Corte dei Conti del Lazio ritiene "non esaustivi i criteri di quantificazione dei debiti fuori bilancio maturati al 28 aprile 2008". Per i magistrati contabili "permangono in specie incertezze nella quantificazione degli oneri da espropriazioni illegittime o occupazioni sine titulo avvenute prima del 28 aprile 2008 (con il rischio di ulteriori contenziosi) e con riguardo ai prestiti flessibili e le aperture di credito da ammortizzare a carico della massa passiva".

In sintesi il giudizio della Corte dei Conti "si caratterizza per un verso nell’accertamento di una serie di profili di non regolarità nelle gestioni dal 2008 al 2017 e, per altro verso, alla individuazione di puntuali adempimenti conseguenziali da parte dell’Amministrazione in esito alla pronuncia".