Roma

La Corte dei Conti su Fiera di Roma: 8 manager nei guai per buco milionario

Un mutuo di milioni, stipulato con Unicredit per un investimento sbagliato: l'errore dei dirigenti di Investimenti Spa

La Corte dei Conti ha invitato 8 manager della Investimenti Spa, partecipazione della Camera di Commercio di Roma a un risarcimento milionario.

Il motivo è l'enorme spreco di risorse che è stato conseguenza di un errore di valutazione: nel momento in cui la società ha deciso di avviare un ambizioso progetto per un nuovo polo destinato alla Fiera di Roma, si è indebitata con Unicredit stipulando un mutuo di 200 milioni. I dirigenti di Investimenti avevano pianificato di ripagare il debito affittando il nuovo polo (alla Lamaro dei fratelli Toti) e capitalizzando il vecchio ma l’idea non è mai stata realizzata.
 
Dell’errore finanziario sono chiamati a rispondere Andrea Mondello, Roberto Bosi, Cesare Pambianchi, Lorenzo Tagliavanti, Ottavia Zanzi, Marco Attilio Tranquilli, Vincenzo Alfonsi e Lorenzo Cremonesi. Le casse pubbliche necessitano di essere risarcite per un importo pari a 251 milioni e 671 mila euro.

L'atto contabile 

Dall’atto contabile: "Emerge in questo contesto una grave mala gestione fondata su tre citati pilastri rivelatisi per nulla solidi e sulla adozione/approvazione del piano finanziario 2005 altamente sfidante, connesso alla previsione/attesa valorizzazione urbanistica del vecchio polo, supportato dalla sottoscrizione nel 2005 di un contratto di finanziamento Unicredit fortemente vincolante, con esposizione a gravosi rischi e rilascio di molteplici garanzie anche ipotecarie che ha causato la profonda crisi finanziaria del gruppo Investimenti».
 
Il viceprocuratore Massimo Merin ha parlato del debito come di una perdita che "si trascinerà per anni nei bilanci pubblici, con il risultato negativo per il Lazio e Roma Capitale di non avere un polo fieristico di spessore, con enormi perdite per la potenzialità di sviluppo commerciale-turistico per il territorio e con le risorse perse che andranno a ricadere per anni sulla collettività”.