Roma
La Dolce Vita in vendita passa agli sceicchi. Il lusso dell'Excelsior ora è del Quatar
Il rilancio del turismo di lusso a Roma passa dalle mani degli sceicchi del Quatar, o meglio, dai loro soldi. E' finito infatti al gruppo alberghiero Katara Hospitality la proprietà dello storico hotel Westin Excelsior: un affare da 222 milioni di euro che il gruppo del Golfo Persico ha versato nelle casse di 'Starwood hotels' che continuerà tuttavia a gestire la struttura.
A curare l'operazione di vendita il pluripremiato studio legale internazionale “Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners” assistita per gli aspetti fiscali da un team di professionisti di STS Deloitte. A trattare per lo sceicco lo studio legale internazionale “Clifford Chance”, metre gli aspetti fiscali sono stati curati dal socio Carlo Galli e Luciano Di Via per gli aspetti antitrust.
Nelle stanze dell'Excelsior sono passate personalità illustri e star del cinema, a cominciare, nel 1908, da Alfred Dreyfus, il capitano accusato di spionaggio il cui caso divise la Francia. Nel 1943-44 l'albergo divenne il quartier generale del comandante tedesco a Roma e, in anni più recenti era la sede romana del Gran Mestro della Loggia P2 Licio Gelli.
Lampadari di cristallo, pavimenti in marmo coperti da preziosi tappeti, mobili antichi e imponenti vasi di fiori, per l'hotel della Dolce Vita, ricostruito da Fellini anche in uno studio di Cinettà, i prossimi 5 anni saranno improntanti da una vera e propria rigenerazione: una valanga di petrodollari quatarioti saranno investiti per rinnovare l'albergo costruito nel 1906 in stile liberty tra i primi creati a Roma con la mentalità dei grandi alberghi parigini e del Nord Europa: “Uno stile che verrà mantenuto, ma le stanze saranno più smart in termini di tecnologia e facili da usare. Saranno anche potenziate le attività e gli eventi per andare incontro alle esigenze dei turisti” ha spiegato il presidente di Katara, lo sceicco Nawaf Bin Jassim Bin Jabor Al-Thani. A Milano, lo scorso febbraio, il fondo sovrano del Quatar aveva rilevato per una cifra mai rivelata l'intera area di Porta Nuova, nota al grande pubblico perché sulla sua superficie sorgono il grattacielo, sede di Unicredit, e il Bosco verticale.