Roma

La fine del mondo è vicina: quando scrittori e scienziato si scambiano i ruoli

L'ordigno editoriale di Massimiliano Parente che affronta lo scienziato Giorgio Vallortigara, risultato: Lettere dalla fine del mondo

di Patrizio J. Macci

Un nuovo libro firmato da Massimiliano Parente è di per sé un evento, la notizia che questo potrebbe essere l’ultimo una rivelazione. Ma partiamo dall’antefatto narrato nella preziosa postfazione di Giulia Bignami, una gemma in uno scrigno che molto svela sulla pericolosità e la fatica immane di lavorare alla costruzione di un siffatto ordigno editoriale.

In principio c’è lo scrittore (Parente appunto) con la sua carica corrosivo-esplosiva che usa la tastiera come fosse un lanciafiamme, l’altro è lo scienziato Giorgio Vallortigara, docente di neuroscienze. Uno che ha fatto dello studio di cervelli e comportamenti umani lo scopo del percorso di un’esistenza intera. I due decidono di scrivere un libro nel quale incrociare i ferri su temi dal peso specifico elevato: vita, natura, memoria, morte, religione, sesso anima, donne, letteratura, arte, ecc.

lettere dalla fine del mondo
 

Per nostra fortuna o per disgrazia, come sostengono i tanti nemici del Parente (praticamente quasi tutti i “tentativi di scrittore italiani”), questo volume non ha mai visto la luce. Invece è esploso, come un nuovo astro, questo pregevole libro carteggio tra i due che avrebbe dovuto essere un tentativo di trascrizione delle loro telefonate in forma di conferenza. Ho usato il congiuntivo perché a parte l’approccio dei due alla materia, usano la scienza come un raggio antimateria per incendiare la realtà, il progetto ha il fascino di una sonda spaziale lanciata nella galassia che a un certo punto torna indietro e si prepara a distruggere il pianeta Terra. Se il mondo finisse davvero chi leggerebbe mai il loro carteggio?Una cosa è certa: l’umanità non ha speranza, meno che mai il lettore che si farà trovare impreparato alla Fine del Mondo senza l’antidoto Parente-Vallortigara a ogni potenziale attacca di idiozia, credenza, sovrastruttura, possibilità di essere eterodiretto.

Nulla è lasciato al caso nella redazione del testo, dalle preziosissime note a pie’ di pagina per il lettore che ignora la materia del contendere fino al formato attribuibile all’editore Elisabetta Sgarbi che lo rende facilmente occultabile nella tasca di una giacca, in una borsa come un’arma pronta all’uso: “l’ordigno di fine di mondo”.

Massimiliano Parente Giorgio Vallortigara
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