Roma

La Massoneria perde la testa: il Tribunale "brucia" Romoli, Restelli e Binni

di Antonio Parisi

Storica sentenza Civile a Roma: azzerati i vertici della Gran Loggia d'Italia Alam eletti a dicembre. Su Palazzo Vitelleschi venti di guerra

La Gran Loggia d'Italia degli Alam, non ha più i vertici: Una storica sentenza del Tribunale Civile di Roma ha dichiarato decaduti l’attuale Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese ed accettato nonché Gran Maestro della Comunione Massonica degli Alam, Luciano Romoli, del vice Piero Luigi Restelli e dell’ex Gran maestro Antonio Binni.

C’è tempesta sotto il cielo stellato e le colonne della seconda organizzazione massonica italiana per numero di aderenti, quella della Gran Loggia d’Italia degli Alam, famosa, tra l’altro, per consentire l’iniziazione anche alle donne. Nei giorni scorsi, come una mazzata, è giunta una sentenza della magistratura che ne ha azzerato i vertici eletti a dicembre scorso.

Gli effetti della sentenza firmata dal giudice Iannaccone

La sentenza, firmata dal giudice del Tribunale Ordinario Civile di Roma Stefano Iannaccone, che lascia ora priva di guida e di rappresentanza le “sorelle” e i “fratelli” della Gran Loggia d’Italia, ha una sua genesi negli anni passati, quando il Gran Cancelliere del Supremo Consiglio del Rito Scozzese, Sergio Ciannella, a seguito di irregolarità, nel 2017 dopo un processo massonico interno agli Alam, comminò la radiazione di Romoli e Binni con il rituale della “bruciatura tra le colonne” dei loro nomi. Contestualmente, però, Romoli e Binni radiarono a loro volta Ciannella, nel frattempo assurto al ruolo di Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese. In realtà Romoli e Binni forse temevano le conseguenze della “bruciatura tra le colonne”, e rimasti saldamente nella splendida sede nazionale di Palazzo Vitelleschi con affaccio sull’area sacra di Piazza di Torre Argentina con ingresso su via San Nicola de ‘Cesarini, si rivolsero alla magistratura ordinaria italiana chiedendo che la loro espulsione fosse ritenuta illegittima. Non andò bene, perché il Giudice della Repubblica Italiana, ritenne valida la decisione di Ciannella.

Chi esce e chi entra secondo il Tribunale

Ora è giunta una ulteriore sentenza del Tribunale di Roma, che sempre a firma del Giudice Iannaccone riammette negli Alam, Ciannella e gli altri espulsi da Romoli. Insomma, da una parte viene confermata la “bruciatura tra le Colonne“ di Romoli e Binni e da l’altra Ciannella ed altri quattro membri del Supremo Consiglio – Paolo Ciannella, Ezio Botta, Gian Battista Curami e Paolo Musto - sono stati riammessi negli Alam.

Gli effetti del provvedimento esecutivo sui beni dei massoni

ssendo le due sentenze provvisoriamente esecutive, possono cioè essere azionate senza attendere l’appello, potrebbero mettere nelle condizioni Ciannella, che di professione fa l’avvocato, di presentarsi a palazzo Vitelleschi e chiedere di accedere alla sede nazionale esercitando i diritti sui beni materiali ed immateriali della Comunione massonica che alla luce delle sentenze della magistratura italiana, sarebbero stati usati senza poterlo fare da Romoli e Binni già radiati da anni.

In queste ore Ciannella riunito il Supremo Consiglio deciderà il da farsi. Ciannella, tra l’altro, nelle more delle decisioni della magistratura italiana ha fondato la Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese che conta alcune centinaia di iscritti e che ora attendono delle risposte su come comportarsi. La vicenda sta creando grande curiosità tra i circa 6000 aderenti alla Gran Loggia d’Italia molti dei quali ci dice Ciannella” poco sapevano di queste vicende giudiziarie che invece incidono molto sulle idealità massoniche. Molte sorelle e fratelli sono rimasti a dir poco sconcertati nell’apprendere che il Gran Maestro in carica non poteva essere rieletto a dicembre in quanto da tempo espulso dalla Comunione”. Altri sperano che l’azzeramento degli attuali vertici possa mettere fine alle notizie che di tanto in tanto si propalano da Palazzo Vitelleschi sulla possibile vendita della splendida loggia di via San Nicola de’Cesarini. “Si tratta di un bene – ci dice una sorella che vuole restare anonima – comprato con grandi sacrifici economici da parte di tutti i componenti degli Alam già dai tempi del nostro Gran Maestro, il generale Giovanni Ghinazzi e del gran Segretario Salvatore la Torre. Sarebbe un peccato se il bene andasse venduto”. La Gran Loggia d’Italia è diretta discendente della massoneria detta di Piazza del Gesù nata nel 1908 da una scissione del Grande Oriente d’Italia. Dal 1962, ad opera di Ghinazzi, che ne è stato gran Maestro sino alla morte avvenuta nel 1986, accetta l’iniziazione femminile, rifiutata invece dal Grande Oriente d’Italia. Le donne rappresentano oltre il 30 per cento degli iscritti. Della massoneria di piazza del Gesù hanno fatto parte personaggi quali Gabriele d’Annunzio, il Principe Antonio de Curtis, in arte Totò così come altri attori, per esempio Gino Cervi, Carlo d’Apporto Paolo Stoppa e Johnny Dorelli ed infine Hugo Pratt.

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