Roma

La messa per gli ultimi: la Comunità di Sant'Egidio ricorda Modesta Valenti

Come ogni anno nella chiesa di Santa Maria in Trastevere è stata celebrata una messa per ricordare i tanti clochard che perdono la vita per strada

A Trastevere è stata celebrata la messa degli ultimi. Un'occasione per pregare e per ricordare Modesta Valenti, una donna senzatetto che 40 anni fa morì nei pressi della stazione Termini, dopo che un'ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale perché era troppo sporca. Una tragedia ricordata ogni anno dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla quale è nato un moto di solidarietà per gli ultimi, per i senzatetto, per i bisognosi.

La celebrazione, organizzata ogni anno dalla Comunità di Sant'Egidio, si è tenuta domenica 5 febbraio alla chiesa di Santa Maria in Trastevere. Moltissimi, tra volontari e senza fissa dimora, hanno preso parte alla cerimonia, officiata da Monsignor Vincenzo Paglia. La celebrazione è stata anche l'occasione di ricordare i tanti altri senza fissa dimora deceduti per le vie della Capitale, tra cui i due senzatetto scomparsi a Porta Maggiore e al Torrino. Per ognuno dei morti in strada ricordati, sono state accese delle candele poste davanti a un'icona dipinta per Modesta.

Al termine della messa, tutti i presenti hanno lasciato la chiesa con in mano un fiore benedetto. Una

“La memoria di Modesta è una benedizione”

Nell'omelia, monsignor Vincenzi ha raccontato con tono commosso la storia di Modesta, e ha ricordato quanto però quella tragedia sia stata fondamentale per la nascita di un movimento di solidarietà che esiste ancora oggi.

“La sua memoria - ha detto - è diventata una benedizione: ha messo in movimento uomini e donne, credenti e non credenti, che hanno scelto di non essere come quel prete e quel levita della parabola evangelica, i quali 'videro' l’uomo mezzo morto ai margini della strada, ma 'passarono oltre', come fece quell’ambulanza in quel 31 gennaio con Modesta. Questi amici e amiche, numerosi, si fermano ai bordi delle strade, delle piazze, dei binari delle stazioni, come quel samaritano e offrono un’amicizia calda e fedele che non lascia mai più soli, creando una singolare e bella amicizia tra chi serve e chi è servito. Le cene per strada, le case, anche le chiese - ha aggiunto il monsignore - che ospitano coloro che sono nel freddo, sono le luci che illuminano di amore le nostre città”.

La triste storia di Modesta

Modesta Valenti era un'anziana originaria di Trieste, che viveva per strada a Roma, spostandosi tra Santa Maria Maggiore e la stazione Termini. La donna era affetta da problemi mentali. La notte del 31 gennaio 1983 venne chiamata un'ambulanza nei pressi dello scalo ferroviario per soccorrerla. Giunti sul posto, tuttavia, gli operatori si rifiutarono di prenderla a bordo perché era sporca e piena di pidocchi. La donna fu poi trovata morta. Quasi un anno dopo, il 28 dicembre 1983, dopo averla a lungo cercata negli obitori di Roma, la Comunità di Sant'Egidio riuscì a ritrovarla e darle una degna sepoltura, celebrando il suo funerale.

“Qualche giorno fa - ha spiegato Monsignor Vincenzi - è stata posta nuovamente una lapide al binario 1 della Stazione Termini, il luogo di riposo di Modesta dopo il suo girovagare tra Santa Maria Maggiore e la Stazione Termini. Nel primo binario c’è ora il suo ricordo, lei ch’è la 'prima' della lunga schiera dei 'senza fissa dimora' morti per strada. Con questa Santa Liturgia li ricordiamo tutti assieme”.