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Roma
La piccola della dinastia Ferragamo accende il sole della moda
Foto Andrea De Fusco

di Tiziana Galli

Una ragazza acqua e sapone, un cognome altisonante, tanta passione e una strada tutta da percorrere. Maria Sole Ferragamo, venticinque anni, prima di quattro figli, è la nipote diretta del noto fondatore della casa di moda omonima famosa soprattutto per le calzature.
Maria Sole ha studiato Architettura al Politecnico di Milano, ma poi ha indirizzato il proprio percorso verso lo studio del gioiello e per questo ha appena ultimato un master alla Central St. Martins di Londra. E’ venuta in Italia per pochi giorni per presentare il suo progetto creativo nell’itinerario “A.I. grand Tour” di AltaRoma, portando tre pezzi iconici dell’abbigliamento femminile del passato rivisitati in chiave contemporanea e trasformati in accessori: una gorgiera, una gabbia paniere ed un copri-spalla, tutti rigorosamente in pelle. La particolarità sta nel fatto che la materia è ottenuta dai ritagli delle pelli di scarto delle fabbriche del lusso ed è conciata al vegetale, così da permettere al pellame di essere plasmato con l’acqua. Questo è un procedimento antico, normalmente poco utilizzato perché troppo costoso, che consente delle abilità formali che il trattamento industriale non permetterebbe. L’idea è proprio questa: creare delle forme plastiche che possano essere indossate come gioielli.
I disegni e la realizzazione sono di Maria Sole stessa e  la sua traccia stilistica si riconosce nell’approccio all’elemento che viene disegnato con forme pulite ed essenziali. “L’anima di questo progetto è l’utilizzo della pelle in modi abbastanza inaspettati, modellandola sul corpo, con una matericità ed un’estetica diversa da quella alla quale siamo abituati. Ricordiamo che il mio approccio è quello di una designer di gioielli con un back-ground in architettura - sottolinea Maria Sole - ed infatti, osservando questi prototipi si ritrovano entrambi gli elementi: non ci sono cuciture e tutti i link sono fatti con i metodi tipici della pelletteria. I miei accessori possono essere considerati dei veri e propri elementi architettonici: hanno sempre linee pure ed è molto forte l’elemento strutturale.“
In che modo sente l’influenza della sua tradizione familiare: “Prima di tutto se non fosse stato per la mia famiglia probabilmente non avrei scelto di lavorare con la pelle: la pelle appartiene profondamente al mio DNA. Poi c’è la passione, l’attenzione e l’ossessione per la qualità; l’amore per il lavoro e l’amore per il prodotto”.

E la passione per il gioiello come nasce in lei?
“E’ qualcosa che mi porto dietro da quando ero bambina: mi ha sempre appassionato il lavoro manuale e ho sempre avuto un piccolo laboratorio nel quale mi dilettavo a creare dei gioielli che poi vendevo d’estate sulla spiaggia. Poi la cosa è diventata sempre piu’ seria”.

Cos’è un gioiello, per lei?
“Come lo intendo io, il gioiello è un qualcosa che ci fa stare bene perché ci rende più belli. E’ qualcosa con cui instauriamo un rapporto, una relazione molto intima, ed è per questo che ho scelto di portare la pelle in gioielleria: perché la pelle è un materiale vivo, che invecchia e mostra i segni del tempo”.

Come mai ha deciso di esporre proprio ad AltaRoma?
“In realtà per una serie di coincidenze, ma sono davvero felice di averlo fatto perché è stata l’occasione per fare qualcosa in un contesto italiano.”

Lei già vende i suoi prodotti in qualche Paese?
“Non ancora. Ho finito gli studi una settimana fa a Londra ed ora tornerò lì per decidere come muovermi nel futuro. Intanto l’unica certezza che ho è la consapevolezza di essere una persona molto fortunata per aver trovato qualcosa che amo così tanto come il creare e il disegnare”.

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