Roma

La porchetta di Ariccia va a Formia. Il Lazio all'Expo: 7 mln di € di errori

L'Expo? Per la Regione Lazio è un'attività sociale. E sui sette milioni di euro spesi il Padiglione Lazio a Milano, esplode la bufera. Le avvisaglie del flop a caro prezzo che la Giunta Zingaretti ha presentato come se fosse uno stand della Nasa si erano avute già il giorno dell'inaugurazione con l'addio della Camera di Commercio di Frosinone che aveva deciso di prendersi un stand tutto suo per promuovere i prodotti dell'enogastronomia laziale. Irritato e adirato, il presidente Pigliacelli aveva deciso lo strappo, lasciano furibondo la sala multimediale voluta da Zingaretti.
Perché con quella cifra astronomica stanziata da Regione, Comune e Unioncamere, gli ideatori dello stand Lazio sono riusciti nell'impresa impossibile di creare un'area virtuale al posto di sensazioni e profumi di una tradizione enogastronomica e agricola di rarissima specialità. Non si mangia, non si beve, non si tocca nulla: per farlo le aziende che hanno deciso di salire sul carro regionale, dovranno pagare ancora una volta.
E così nell'aula del Consiglio regionale, il pasticcio Expo ha assunto i toni dello scandalo. Ad alzare il velo è stato il consigliere di Forza Italia, Antonello Aurigemma, che ha posto formalmente la vicenda con un'interrogazione scritta che affaritaliani.it allega all'articolo a testimonianza del grande imbarazzo dell'esecutivo.
Aurigemma ha contestato gli spazi: 40 metri quadri al secondo piano del Padiglione Italia, raggiungibili solo da un ingresso secondario; poi l'allestimento e l'organizzazione: all'interno ci sono solo pannelli multimediali, manca una programmazione gestionale e per la modica somma di oltre 300 mila euro, il personal addetto è pari a due hostess. Ma la vera perla che la società vincitrice della gara internazionale perla progettazione e l'allestimento, la TBWA Italia (465.700 €) è l'incredibile serie di errori che contiene la mappa delle produzioni regionali. Scrive Aurigemma: "La rota reatina sta posizionata a Gaeta (numero 88); il pane di Genzano collegato a Gaeta (numero 60);  la porchetta di Ariccia a Formia (70); il pane di Veroli a Formia (64); l’acqua di Rieti a Roma (6). E non è finita qui: al numero 107 il vino dei colli lanuvini ad Acquapendente; al 65 il pangiallo romano a Frosinone e al 74 il prosciutto amatriciano ad Ariccia".
Errori clamorosi, segno di grande sciatteria e di assenza totale di una conoscenza del territorio e delle sue produzioni, come solo un addetto nato e cresciuto in Val d'Aosta o in Sicilia e mai stato a Roma potrebbe mettere nero su bianco.
E se non basta la spesa pazza per lo stand "periferico", un allestimento virtuale, gli errori "geografico-gastronomici", c'è solo da aggiungere che le aziende selezionate con due bandi per esporre i loro prodotti al pubblico internazionale dell'esposizione, se vorranno far assaggiare ai cinesi i mitici spaghetti all'amatriciana, dovranno fare un accordo col ristorante di Eataly.

i costi dell'Expo
 

Lo dice candidamente la stessa Regione nella risposta all'interrogazione della minoranza: "Per quanto riguarda lo spazio espositivo all’interno di Padiglione Italia, si rappresenta che non ci sono specifiche aziende presenti fisicamente, ne loro prodotti in esposizione, ma che lo spazio è uno spazio immersivo multimediale, che rimanda a contenuti di carattere turistico, agroalimentare e produttivo dell’intero territorio regionale. Lo spazio sarà utilizzato per incontri b2b con le delegazioni estere, sulle base delle specifiche richieste delle stesse, e sarà offerta la possibilità di partecipare agli stessi alle imprese che hanno risposto alle call di cui al punto precedente.  Presso il padiglione di Eataly, che prevede il funzionamento dei ristoranti regionali italiani, opereranno 6 chef (uno per ogni mese dell’Expo) ai quali è stato richiesto, in accordo con l’organizzazione del ristorante, l’adesione al progetto di presentazione delle specialità e la possibilità di coinvolgere le imprese di produzione negli eventi (sempre quelle selezionate tramite la Call Protagonisti del cibo). Al fine di consentire ai produttori di effettuare presentazioni professionali di prodotti è in fase di sottoscrizione un contratto di servizio con Eataly".
Ultima considerazione. Nella seduta del Consiglio regionale di mercoledì 14 l'esecutivo ha affidato le spiegazioni all'assessore che si occupa di Sociale. Rita Visini ha tentato di replicare alla selva di accuse. E Aurigemma non ha voluto infierire: riproporrà i questi nella speranza che a rendere conto di come sono stati spesi 7 milioni di euro sia almeno o l'assessore Guido Fabiani (Sviluppo economico) o la collega Sonia Ricci che ha la delega all'Agricoltura. Zingaretti la faccia ce l'ha già messa e in compagnia del sindaco Marino, ma era il giorno dell'inaugurazione. Come sempre lustrini, sorrisi e telecamere.

L'INTERROGAZIONE E LA RISPOSTA IMBARAZZANTE DELLA GIUNTA

LA MAPPA DEGLI "ORRORI" CON LE CORRELAZIONI PRODOTTO/LOCALITA' SBAGLIATE