Roma
La Porta Santa simbolo dell'indulgenza. Non basta: occorre eucarestia e preghiera
Se non ci fosse la Porta Santa non ci sarebbe nemmeno il Giubileo. Attraverso l'attraversamento della Porta Santa infatti si ottiene l'indulgenza plenaria, ovvero la remissione dei peccati. Questo però ad alcune condizioni: oltre ad essere battezzati c'è bisogno di confessarsi e di prendere parte alla comunione eucaristica al massimo 7 giorni dopo (o 7 giorni prima) il momento della concessione dell’Indulgenza Plenaria. E' poi indispensabile la preghiera secondo le intenzioni del Papa.
Ma perché il passaggio sotto questa Porta può per la cristianità essere un atto salvifico? Essa rimanda al passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia, guardando a Cristo che di sé dice: "Io sono la porta". L'apertura segna l'inizio dell'Anno Santo, mentre la chiusura tramite mattoni ne sancisce la conclusione, in attesa del successivo anno giubilare ordinario dopo 25 anni.
La prima Porta Santa, nella basilica di Collemaggio a L'Aquila, è da ricollegarsi in qualche modo al primo Giubileo voluto da Bonifacio VIII nel 1300. Infatti nel 1294, dunque sei anni prima del Giubileo di Bonifacio, Celestino V concesse l'indulgenza plenaria, la cosiddetta Perdonanza. A Roma, però, oltre a San Pietro, hanno una Porta Santa anche le basiliche di San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore. Insomma, le quattro basiliche patriarcali della Capitale, in cui il Papa si reca periodicamente. Altre 50 "Porte della Misericordia", poi, sono state previste in varie parti del mondo, perché appunto, Francesco vuole che questo sia un Giubileo decentrato.
Vi sono però anche altri luoghi di culto a Roma dove è possibile ottenere l'indulgenza perché luoghi di pellegrinaggio. E questi sono San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme, San Sebastiano, il Santuario del Divano Amore e Santo Spirito in Sassia a pochi passi dal Vaticano. Tutti luoghi in cui presumibilmente aumenterà l'afflusso di fedeli.