Roma
La Raggi vince ancora contro Libero: l'avevano definita “patata bollente”
“Non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna che si è sentita offesa”. Feltri e Senaldi dovranno pagare 16mila euro di risarcimento
Confermata in appello la condanna per Libero: l'allora direttore Feltri e l'editorialista e direttore di Libero Senaldi dovranno risarcire la Raggi, per 11mila euro il primo e 5mila euro il secondo, per averla definita “patata bollente” in un articolo pubblicato nel 2017.
E non si trattava nemmeno di un titolo interno, ma del titolo di prima pagina del quotidiano del 10 febbraio 2017. “La vita agrodolce della Raggi”. Un articolo in cui si sosteneva che l'allora sindaca avrebbe dato un aumento di stipendio a un dipendente comunale perché “ha mostrato un debole” per lui. Nella stessa edizione c'era anche l'editoriale di Feltri che recitava: “alcuni anni or sono fu la volta di Ruby Rubacuori, che sollevò uno scandalo (si riferisce al fatto che anni prima lo stesso titolo era stato riferito a Ruby) (…) dato che Berlusconi, assolto per averla trombata, è di nuovo sotto processo (…) per la legge del trapasso, tocca a Virginia Raggi assumere il ruolo increscioso di tubero incandescente”. Già condannati in primo grado, la Corte d'appello ha confermato la condanna per diffamazione.
La Raggi: “Una vittoria di tutte le donne”
“Sono passati più di 6 anni - ha commentato Virginia Raggi sul suo profilo Facebook - probabilmente, era uno dei momenti più duri: ogni giorno un attacco, un'accusa infondata, un tentativo di spallata e colpi bassi da chi diceva di essere amico. Sembrava che tutto fosse lecito. Si poteva scrivere qualsiasi cosa sul mio conto, senza avere alcun riscontro. Ma quel giorno si è passato il limite. "Libero" titolava "Patata bollente" e pubblicava un articolo con evidenti allusioni sessuali. Era il 10 febbraio 2017. Ho denunciato per diffamazione aggravata Vittorio Feltri, autore del pezzo, e Pietro Senaldi, direttore responsabile e ben due gradi di giudizio mi hanno dato ragione. Ma non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna che si è sentita offesa e di ogni padre, fratello, figlio o marito che si è indignato. Quell'articolo era un coacervo di falsità, condite da luoghi comuni, pregiudizi, offese gratuite, sessiste, maschiliste e squallide. Purtroppo quel che tante donne sono costrette a subire ancora troppo spesso da persone che forse vivono su un altro pianeta. Ho denunciato, perché la critica giornalistica è altro e va ribadito, sempre. Perché il mestiere di giornalista, se fatto con onestà e rigore, è in grado di aiutarci a capire il mondo ed essere più consapevoli. Venerdì è arrivata la sentenza di appello che ha confermato, ancora una volta, che avevo ragione e ha confermato la condanna per Vittorio Feltri e Pietro Senaldi. Siamo donne, non per questo siamo disponibili”.
Sostegno alla Raggi: “Linguaggio allusivo e maschilista lesivo della democrazia”
“Vogliamo esprimere il nostro sostegno alla consigliera e componente della Commissione capitolina Pari Opportunità Virginia Raggi - ha scritto in un comunicato Michela Cicculi di Sinistra Civica Ecologista, presidente Commissione capitolina Pari Opportunità, e Valeria Baglio, capogruppo capitolina del Pd - per la conferma in appello della condanna a Vittorio Feltri e Pietro Senaldi per il titolo offensivo e sessista del giornale 'Libero' a lei riferito quando era Sindaca di Roma. Un certo linguaggio allusivo e maschilista non può essere più tollerato perché lesivo della dignità della persona interessata e di tutto il sistema di dialogo democratico”.