Roma
La Regione nel mirino Anticorruzione Aggiudicati 96 cantieri con una sola ditta "in corsa"
Due pesi e due misure. Se il Comune di Roma è finito nella lente dell'Anticorruzione di Raffaele Cantone per il "vizietto" di fare il giro intorno alle gare e assegnare appalti con la tecnica di invitare le imprese e aggiudicare al massimo ribasso, l'identico problema c'è anche alla Regione Lazio.
A sollevare il bubbone delle gare regionali è il senatore Francesco Aracri che, dopo aver spulciato il Bur (bollettino ufficiale regionale) insieme al capogruppo Adriano Palozzi ha scoperto almeno 50 deliberazioni di spesa che ricalcano esattamente quella tecnica che Cantone ha stigmatizzato al Comune di Roma, indicandola come un meccanismo a scarsa trasparenza e che presta il fianco alle mafie.
Ma non è solo la politica a denunciare le procedure adottate da Zingaretti per lavori senza alcuna urgenza e che potrebbero benissimioessere aggiudicati con gare ordinarie. Anche Federlazio e Acer, due delle maggiori organizzazioni di imprese edili, hanno reagito con violenza alla scoperta, predisponendo una dettagliatissima relazione all'Anticorruzione nella quale denunciano "L’utilizzo non corretto del criterio di aggiudicazione secondo i parametri di cui all’art.81 del dlgs 163/2006 e s.m. con conseguente abuso nel ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sia per il limitato importo degli appalti, sia per la natura delle lavorazioni poste in gara. La compressione del principio di pubblicità e concorrenza per il ricorso sistematico a procedure derogatorie rispetto alla regola dell’evidenza pubblica e per gli effetti che ciò ha determinato sulla selezione degli operatori".
Scrive invece Aracri al ministero per le Infrastrutture: "La Regione Lazio ha effettuato 172 procedure negoziali, per un controvalore di circa 50 milioni di euro senza pubblicazione del bando, invitando per ogni procedura 5 imprese, ad ognuna delle quali ha risposto mediamente una sola impresa, ed in più ha previsto quale metodo di aggiudicamento dell'appalto il solo criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa; da notizie in possesso dell'interrogante, il sopra citato criterio di aggiudicazione è stato applicato anche in presenza di importi modesti, riguardanti lavori sostanzialmente ripetitivi, in cui le forniture risultavano spesso preponderanti rispetto all'importo posto a base d'asta... "chiedendo quindi " quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per censurare il comportamento della Regione Lazio lesivo dei più generali interessi delle piccole e medie imprese".
Il programma sotto accusa è quello finanziato dall'Ue con il Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 che la Regione Lazio ha deciso di finanziare per 172 interventi in totale, prima realizzando un elenco di operatori economici poi definendo il ricorso al criterio dell'offerta più vantaggiosa nella scelta del migliore offerente. Tanti piccoli cantieri sparsi per la regione, tutti con importi inferiori al milione di euro e quindi "in regola" con le leggi ma con procedure che l'Anticorruzione sconsiglia.
Il vero nodo sollevato da Aracri e dalle associazioni degli imprenditori non è tanto il sistema che la Regione ha voluto adottare, quanto gli effetti prodotti ben lontani dai principi di concorrenza: 96 lavori sono stati aggiudicati con 1 sola ditta che si è presentata, 10 con 3 ditte, 2 con 4 ditte, 1 con 6 ditte e 1 solo al quale hanno partecipato 7 imprese. Alla faccia della concorrenza.
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