Roma
La "sanità militare" racconta l'Oncologia. Cancro, dagli Usa: "Protocollo più elastici"
La Sanità militare e quella civile si sono confrontate a Roma durante l’evento “Giornata Internazionale di Oncologia, nuove prospettive civili e militari” organizzata dalla Fondazione Foedus. Mario Baccini, presidente Foedus, partecipando ai lavori, ha ricordato come nel suo operato la Fondazione abbia scelto come obiettivo quello di rendersi “ponte” tra le conoscenze dei popoli affinché, sapere e risorse possano facilmente veicolare nel mondo. Scambi di esperienze, conoscenze e tecnologie diventano ancor più preziosi quando interessano le cure per patologie capaci ancora di spaventare, perché all’apparenza invincibili, nonostante i notevoli passi fatti per sconfiggerle.
Le malattie oncologiche oggi sono curabili e guaribili almeno per un sessanta per cento, ma la lotta, o meglio l’impegno sinergico, deve continuare. Presenti al tavolo dei lavori i maggiori rappresentanti della sanità delle Forze Armate e Philip Salem, oncologo di Houston. L’esperienza riportata dal professore americano è stata un’interessante fonte di discussione e confronto sull’approccio diverso verso la cura di una patologia, oggi ancora molto aggressiva, in un Paese con un sistema sanitario pubblico e l’America, dove tale servizio è privato. In Italia c’è l’applicazione rigida di protocolli, in America la libertà di condurre ed applicare la cura secondo l’esperienza e i frutti della ricerca portata avanti dai medici.
Il professor Salem ha per questo voluto dire ai medici Italiani che i protocolli non possono essere rigidi come un sistema normativo, perché se la ricerca va avanti, i risultati di questa devono poter cambiare i protocolli in tempi brevi. E’ per questo che, insieme alla profonda stima espressa per il popolo, per il Paese e per gli scienziati italiani, Philip Salem ha voluto lanciare un messaggio di condivisione delle notizie perché, a suo dire, “il cancro” è uno, uguale in America come in Italia, ed è quindi giusto condividerne cure e prevenzione. Le nostre Forze armate nel fare il punto sull’esperienza dell’unità operativa di Oncologia e Ematologia del Policlinico militare hanno sottolineato anche loro l’importanza della condivisione dei dati e del teleconsulto, dimostratosi efficacissimo sia per le cure dei militari, coinvolti in operazioni in zone remote, che per i civili. Ed è stato questo lo spunto per parlare della Telemedicina che, come ha ricordato il Generale Enrico Tomao, Ispettore generale della Sanità Militare, deve diventare il sistema di erogazione medica di un domani molto vicino. La loro esperienza di telemedicina satellitare si è infatti dimostrata vincente per garantire ogni prestazione medica specialistica, a distanza.
Enza Colagrosso