Roma
La Shoah raccontata dagli studenti: testimonianze di un viaggio di sola andata
“Testimoni dei Testimoni. Ricordare e raccontare Auschwitz”, la mostra multimediale al palazzo delle Esposizioni dal 26 gennaio al 31 marzo
Attraverso voci, immagini e testimonianze, gli studenti dei licei romani raccontano la Shoah. Per la prima volta saranno le nuove generazioni a parlare di quel viaggio tremendo, di quel viaggio che per molti è stato di sola andata.
Dopo il Viaggio della Memoria ad Auschwitz, epicentro della Shoah che ha scosso il Novecento, un gruppo di studenti e di studentesse di alcuni licei romani ha iniziato a immaginare un modo diverso di ricordare quei terribili avvenimenti. Dall’incontro di questi ragazzi e di queste ragazze con Studio Azzurro – collettivo di artisti italiani che indaga il linguaggio dei nuovi media – è nata “Testimoni dei Testimoni. Ricordare e raccontare Auschwitz”, la prima mostra esperienziale ideata da studenti in uno spazio istituzionale della Capitale. Sarà possibile visitarla, presso il palazzo delle Esposizioni, dal 26 gennaio al 31 marzo.
Per la prima volta sono le nuove generazioni che raccontano l'esperienza del campo di concentramento, per rimandare le storie degli ultimi sopravvissuti alla Shoah, affinché alla memoria generi un futuro consapevole.
Presenti all'inaugurazione, oltre alla sindaca Raggi e al vicesindaco con delega alla cultura, Luca Bergamo, il sopravvissuto Piero Terracina e la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. La mostra, ideata dai ragazzi e realizzata dal collettivo Studio Azzurro, è un invito, attraverso immagini e parole, a rendere indelebile la memoria. Il percorso prosegue con tre approfondimenti. Uno dedicato alla progettazione della "macchina di sterminio” e alla pianificazione degli esperimenti scientifici. Uno alla babele linguistica, la "Lagersprache", la lingua che serviva a sopravvivere in un luogo dove non capirsi e non capire poteva significare essere fucilati all’istante. Uno al tentativo di recuperare le innumerevoli identità registrate come numeri di serie. In questa sala spetta al visitatore, avvicinandosi ai monitor, far riaffiorare l’identità perduta dei prigionieri. Un percorso che inizia in un vagone di un treno ricostruito, dove risuonano le voci di Hitler e Mussolini.
Oltre al viaggio della Memoria, la fonte principale per la stesura del racconto sono state le testimonianze raccolte dalla viva voce dei sopravvissuti e quelle conservate negli archivi. "Dopo il viaggio della Memoria - hanno raccontato gli studenti - abbiamo deciso di prenderci un impegno davanti ai testimoni che vi hanno guidato attraverso i loro ricordi, storie di una realtà che appare più lontana di quanto non sia. In un periodo - hanno concluso - in cui si ha paura del diverso, dello straniero e di mettono in atto leggi emarginartici, la memoria di ciò che è stato può salvarci".
“Tutto è nato - ha raccontato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha inaugurato la mostra - da un viaggio della memoria del 2016, il primo per la nostra amministrazione. Si tratta di esperienze drammatiche e intense che ci cambiano profondamente, così è nata l'idea di trasformare questi ragazzi in testimoni dei testimoni. Perché la memoria prima di essere ricordata deve essere sentita. Mi auguro - ha concluso - che questa mostra possa andare anche all'estero".
Per la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello "questi ragazzi danno una fiducia e una speranza che gli adulti spesso non riescono a trasmettere. Stiamo dimostrando - ha spiegato - che da loro e con loro possiamo davvero crescere in umanità, civiltà e democrazia. Raccogliere il testimone non è facile, soprattutto in un momento in cui il riconoscimento delle diversità per troppi sta tornando a essere un problema".