La stabilità di Zingaretti: grazie a Letta. Bilancio regionale, i conti non tornano - Affaritaliani.it

Roma

La stabilità di Zingaretti: grazie a Letta. Bilancio regionale, i conti non tornano

di Donato Robilotta*

Nel presentare il bilancio previsionale 2016/2018 e la legge di stabilità del 2016 il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha espresso tutta la sua soddisfazione per aver vinto, a suo dire, due sfide, quella del risanamento e quella dello sviluppo. Ed ha magnificato i dati relativi all’export diffusi di recente dall’Istat che indicano il Lazio come la seconda Regione per esportazioni. Anche l’assessore al bilancio, Alessandra Sartore, vero e proprio deus ex machina della Regione, ha parlato con enfasi di un bilancio con “minori spese, nuovo risparmi e più efficienza”.
A dire il vero proprio con un articolo su Affaritaliani.it, a Settembre di questo mese, avevo fatto notare come l’agenzia Fitch, nel promuovere i conti della Regione Lazio, aveva chiarito bene “che gli effetti benefici sull’indebitamento e sul pil regionale sono dovuti essenzialmente agli effetti derivanti dal cosiddetto decreto Letta, il dl 35/2013. Infatti questo provvedimento ha consentito alla Regione di vedersi erogato dallo Stato a titolo di prestito la somma complessiva, sino ad oggi, di circa 9 Miliardi, per il pagamento dei debiti pregressi. Ed è stata questa forte immissione di liquidità nel sistema che ha “contribuito alla crescita del sistema”.
Solo che, per la copertura di questo prestito da parte dello Stato, la Regione Lazio del Presidente Zingaretti ha previsto non riduzioni di costi e tagli alle spese ma l’aumento delle tasse, portando l’addizionale irpef dall’1,73 % del 2013 al 3,3 del 2015, due punti percentuali in più che sono un record assoluto.
Questo ha avuto un impatto negativo sul disavanzo e sul debito, tanto che la Corte dei Conti – sezione regionale di controllo per il Lazio nel giudizio di parifica  del 27 Novembre ha rideterminato il disavanzo finanziario del 2014 da 3,9 a 10,9 Mld e con un debito di circa 20 mld.
Cosa che l’assessore al bilancio ha dovuto ammettere durante la discussione e approvazione del Def e cambiare i numeri nel rendiconto del 2014, dopo averlo messo nero su bianco nella sua relazione di presentazione al provvedimento.
Ma lo stesso documento della Corte dei Conti mette in rilievo altre criticità, come “l’urgenza per la definizione dell’avviato piano di revisione e riduzione degli organismi partecipati ad oggi non ancora operativo” o “la carenza di un sistema di programmazione degli interventi che appare fortemente centralizzato e non risponde adeguatamente alle esigenze di un servizio da calibrare sulle diverse esigenze espresse sul territorio”.
Altra notazione critica del documento è quando si afferma che “le risorse regionali sono state focalizzate principalmente sulla spesa corrente. La capacità di impegno nel 2014 per le spese in conto capitale risulta bassa in valore assoluto ed in diminuzione rispetto all’esercizio precedente”.
Sempre il documento della Corte rileva che “ il quadro delineato indica come la critica situazione finanziaria della Regione porta a sacrificare le spese per investimento – cioè quelle spese per l’acquisizione di beni non destinati al consumo corrente”.

Per quanto riguarda la spesa sanitaria il documento  non solo critica l’utilizzo per altri scopi dei fondi provenienti dal gettito fiscale ma mette in rilievo “rilevanti deficienze strutturali di funzionamento del sistema, che si trascinano irrisolte da anni (come ad esempio la problematica irrisolta dei rapporti con gli erogatori privati), nonostante un impiego eccezionale di risorse umane e finanziarie (struttura commissariale, advisor contabile, consulenti esterni, risorse regionali dedicate).
Il documento infine mette in rilievo che i fattori principali della contrazione (rispetto all’anno precedente) del disavanzo sanitario regionale dell’esercizio 2014 sono da “ricollegarsi al rilevante incremento dei contributi da Regione a favore della GSA per la quota FSR indistinto ed allo svincolo del fondo accantonato a titolo prudenziale per il contenzioso con il Policlinico Gemelli”.
Sul punto, la Sezione rileva “che il minor disavanzo sanitario regionale del 2014 non risulta conseguente ad un intervento strutturale migliorativo derivante dalla capacità di gestione dell’attività demandata ai vertici regionali/GSA, bensì ai suddetti fattori esogeni e straordinari, aventi carattere non ripetitivo, ed, in quanto tali, in grado di incidere una tantum sul risultato di esercizio”.

*ex consigliere regionale, esperto di enti locali