La tv dice addio al telecomando. Index misura l'effetto del talk sui social
Index Research misura per la prima volta il sentimento dei telespettatori tv ribaltato su social
di Fabio Carosi
Tv, web, social, temi trattati e gradimento degli utenti istante per istante su temi trattati e ospiti in studio. Addio telecomando, il potere è tutto nella Rete.
E l'ingegneria della comunicazione riesce nella missione impossibile: misurare l'effetto che fa su chi sta guardando un talk show focalizzato sulla politica e “pesare” il sentimento dell'ascoltatore e la sua interazione e integrazione dei media in senso qualitativo e quantitativo.
Il piccolo schermo che prima affidava ai sondaggi e all'auditel la misurazione della propria capacità di appassionare i telespettatori o ai bottoni colorati e interattivi del digitale terrestre, ora si sovrappone, si integra e diventa forse anche “prigioniero” dall'unità di misura che rappresenta chi sta in casa il quale interagisce a tal punto da poter forse, in un futuro prossimo, condizionare autori, conduttori e termini e modalità di trattazione degli argomenti che riempiono le serate degli italiani.
L'esperimento di massima integrazione legata all'analisi istante per istante è stato realizzato dalla Index Research su una trasmissione campione di La 7. Così mentre negli studi romani la scorsa settimana, a In Onda, ospiti di David Parenzo e Luca Telese, sfilavano Oscar Giannino, Pierluigi Bersani, Maurizio Belpietro e un'intervista a Marcello Dell'Utri, gli analisti guidati da Natascia Turato misuravano l'effetto che fa la diretta tv sul “sentiment” dei telespettatori impegnati nella complessa operazione di dedicare parte dei neuroni alla comprensione dei contenuti irradiati dalla tv e l'altra metà dei neuroni utilizzati per interagire con i social, dove si palesava una specie di indice di gradimento e rilancio viral delle loro idee e umori su temi come la giustizia, l'immigrazione, la politica e l'economia.
Quelli che un tempo erano i commenti in salotto, si trasformano in analisi spietate ribaltate nell'agorà sociale e così l'intervista a Marcello dell'Utri che si dichiara prigioniero politico riesce nel miracolo di essere divorata dai telespettatori che però manifestano il loro dissenso travolgente sul personaggio, coinvolgendo i personal follower. Insomma, un'onda anomala che travolge il telecomando, antico strumento di potere e segna il cambio epocale di sintassi della comunicazione: chi sta a casa si sceglie il suo talk e poi dà i voti, ad autori, personaggi e temi. E' l'interazione alla massima potenza, quella che boccia, promuove e decide se far entrare i temi nell'altro talk show infinito della rete. Esperimento decisamente interessante.