Lago di Bracciano: sedotto e abbandonato. In attesa dei dati sulle captazioni
Il Comitato: “Zingaretti rispetti le promesse fatte”
Era l'8 settembre scorso quando il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha promesso ai comuni che affacciano sul Lago di Bracciano e alle amministrazioni rivierasche la completa trasparenza riguardo ai dati relativi ai prelievi d'Acqua di Acea. Il Comitato di difesa del bacino però si è ritrovato a dover spronare Zingaretti a mantenere le promesse fatte.
Ancora non sono disponibili i fascicoli riguardo alle captazioni. Gli impegni presi dal presidente della Regione durante una conferenza stampa ufficiale non sono stati mantenuti e nessuno parla più del Lago di Bracciano. Dopo che per tutta un'estate la città di Roma – o almeno l'8% di essa - si è abbeverata grazie alle “donazioni” del bacino lacustre, Bracciano è stato sedotto ed abbandonato.
Con l'arrivo delle piogge dopo mesi di siccità, l'emergenza acqua è rientrata e nessuno pensa più ai danni ambientali provocati. Nessuno salvo il Comitato di Difesa del Lago di Bracciano e Martignano, che ha lanciato un appello: “Per sollecitare la pubblicazione erga omnes dei dati sulla captazione abbiamo scritto a Regione Lazio, Parco di Bracciano-Martignano e sindaci di Bracciano, Anguillara e Trevignano”, si legge in una nota.
Il Comitato ribadisce inoltre la necessità che sia un ente terzo, come l’Enea, l’Ispra o una Università, o gli stessi carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico a certificare i dati sulle captazioni.
“Attendiamo inoltre ulteriori sviluppi dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha portato al sequestro di 20 presunte captazioni abusive dal lago ma non ha ancora disposto, come richiesto nelle denunce querele depositate, il sequestro degli impianti di captazione Acea della Marmotta, vigilati 24 ore su 24 da una guardia armata pagata da Acea”, prosegue il comunicato del Comitato.