Roma

Latina e Frosinone nella Zona Economica Speciale: richiesta Confapi-Impresa

Impresa e Confapi chiedono che anche le province di Latina e Frosinone siano inserite nella Zes. E Rocca scrive subito a Fitto

La Zona economica speciale, denominata Zes unica, del Mezzogiorno d’Italia “deve essere modificata, consentendo anche l’inclusione della Regione Lazio e, in particolare, delle province più meridionali del territorio regionale, ovvero quelle di Latina e Frosinone”. 

Lo chiedono IMPRESA, Associazione dell’Industria e della Piccola e Media Impresa, Confapi Frosinone e Confapi Lazio – che rappresentano e tutelano le Pmi industriali del territorio regionale – alla luce dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto numero 124 del 7 settembre scorso, “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno”. 

Quali sono le Zes, Zone Economiche Speciali

Decreto che stabilisce l’istituzione a partire dal 1gennaio 2024 della Zes “zona ad economia speciale”, ricomprendendo i soli territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. Territori nei quali le imprese potranno giovare di agevolazioni a fondo perduto per investimenti in nuovi impianti o in ampliamenti delle loro strutture, come anche di burocrazia ridotta; area geografica scelta in base ai parametri di reddito e a quelli della produttività e dell’occupazione. Una misura straordinaria, dalla quale è stato però tagliato il territorio della Regione Lazio, e in particolare province che un tempo furono parte della Cassa del Mezzogiorno, come Latina e Frosinone

Giampaolo Olivetti: "Il Lazio meridionale è stato escluso, occorre rimediare"

"È urgente rimediare a quella che avvertiamo come non condivisibile le modalità con le quali è stata istituita la Zes - esordisce il presidente di Impresa, Giampaolo Olivetti - ovvero l’esclusione del Lazio, ma soprattutto di territori limitrofi al Mezzogiorno d’Italia, come le province di Latina e Frosinone, che pure giovarono, e non poco, del loro essere inserite al tempo nella Cassa del Mezzogiorno. La Cassa infatti consentì alle province di attrarre investimenti di aziende multinazionali, soprattutto nel comparto chimico-farmaceutico per quanto riguarda il territorio pontino, dando vita tra gli anni ’60 e gli anni ’80 del secolo scorso a una notevole crescita economica. Crescita che, una volta terminato negli anni ’90 il fattore trainante delle agevolazioni derivanti dalla Cassa, e complici anche diversi altri fattori, ha comportato la delocalizzazione di molte realtà che avevano contribuito a costruire lo sviluppo del sud del Lazio. Ora che, con la Zes, sarebbe possibile creare nuovi investimenti e nuovo sviluppo, ecco che ci troviamo di fronte a una esclusione del nostro territorio. Territorio che, a causa delle crisi recenti, derivanti prima dalla pandemia, poi dagli aumenti dei costi energetici e delle materie prime, necessiterebbe di un rilancio veloce, profondo e concreto. Appare, dunque, necessario e urgente che la politica assuma una posizione chiara sull’esigenza di includere anche il Lazio nella Zes".

Tabacchiera: "La media Zes tiene conto degli indicatori regionali e non dei singoli territori"

"Resta fuori il Lazio in quanto annoverato tra le regioni italiane più sviluppate - dichiara il presidente di Confapi Lazio, Massimo Tabacchiera - e con esso quindi anche le province di Latina e Frosinone, pur avendo valori più bassi del resto della regione, ma paradossalmente la normativa tiene conto della media regionale degli indicatori economici e non di quelli dei singoli territori. Il Basso Lazio, quindi, non solo non godrà dei benefici assicurati dalla Zes ma si troverà schiacciato a nord da territori con le sue aziende che potranno contare sugli investimenti per Roma capitale e per lo sviluppo dell’area metropolitana; a sud da territori rientranti nelle Zone Economiche Speciali e dunque beneficiari di una serie di agevolazioni fiscali e amministrative. Questa situazione produrrà condizioni di concorrenza penalizzante che rischiano di mettere in difficoltà le imprese, delle province di Latina e Frosinone, le quali potrebbero decidere o essere costrette a delocalizzare la produzione di qualche chilometro per aver accesso a opportunità e vantaggi economicamente competitivi".“Confapi Frosinone, IMPRESA e Confapi Lazio, come primarie associazioni di categoria del comparto dell’industria e della pmi - aggiunge il presidente di Confapi Frosinone Antonella Mazzocchia - hanno iniziato a ricevere dai propri associati numerose critiche al decreto e preoccupazione, per un nuovo rischio a carico delle imprese del nostro territorio: quello di non poter ricevere agevolazioni che aiuterebbero le aziende a rialzarsi, consentendo di fare investimenti per rinnovare e ampliare, e quindi, in prospettiva, aumentare la produttività, e la possibile platea di clienti. Abbiamo osservato, nelle ultime ore, come anche dai rappresentanti politici del nostro territorio si sono elevate critiche al decreto: riteniamo possa dunque essere utile che associazioni di categoria e mondo politico, senza distinzioni di bandiera, si muovano all’unisono in nome dello sviluppo del territorio. In Italia la Zes include otto regioni e non c’è il Lazio; tuttavia, ci sono tutte le regioni con cui confina nel versante sud. Il tentativo che le parti sociali, insieme a Regione e ai Comuni interessati, possono portare avanti in questo momento è fare pressing sul parlamento per modificare il “Decreto sud” del Governo che da settembre istituito la Zes in Italia. Così come già specificato nell’emendamento depositato per la modifica del decreto, ribadiamo ancora una volta quali sono i motivi per i quali è necessario inserire le province di Frosinone e Latina nella Zes: queste ultime si troverebbero nella situazione paradossale di vedersi circondate, in quanto confinanti,  da tutte le aree che diversamente godono di fiscalità e investimenti agevolati, venendosi a creare una concorrenza “dannosa” che potrebbe facilmente deprimere proprio l’area geografica del sud del Lazio, rischiando di compromettere l’attrattività nelle suddette aree industriali”.

Pronta la risposta di Regione Lazio: Rocca scrive al  ministro Fitto

E dalla Regione Lazio è arrivata immediata la riposta: Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ha inviato una lettera al ministro per gli Affari europei, il Sud Italia, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffele Fitto, per chiedere l’estensione della Zona Economica Speciale (ZES) anche alle province di Latina e di Frosinone.

“La Regione Lazio – evidenzia nella missiva il presidente Rocca – guarda con grande interesse e fiducia al processo di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che, insieme con la presidente Meloni, il Governo tutto, Lei sta portando avanti in collaborazione e in accordo con la Commissione Europea.

Il PNRR, secondo il presidente Francesco Rocca, rappresenta un’opportunità unica per affrontare sfide cruciali e rafforzare la resilienza economica e sociale. In un contesto di cambiamenti significativi nell’ambito delle politiche di ripresa economica e sviluppo territoriale, la Regione Lazio esprime la sua preoccupazione e insieme la sua determinazione a garantire un trattamento equo per tutte le regioni.

La proposta di istituire una Zona Economica Speciale (ZES), unica nel Mezzogiorno, solleva preoccupazioni legate all’impatto potenziale sulle regioni confinanti. Il Lazio, in particolare, condivide confini con tre delle regioni coinvolte nella ZES Unica: Abruzzo, Molise e Campania."Questo potrebbe ulteriormente penalizzare le Regioni già in difficoltà economica, creando uno squilibrio nell’attrazione di investimenti produttivi. Siamo preoccupati per l’effetto negativo che questa iniziativa potrebbe avere sulle regioni limitrofe, che, malgrado affrontino sfide simili, non potranno godere degli stessi benefici fiscali e semplificazioni amministrative", ha sottolineato il presidente Rocca.

Inoltre, nella lettera viene evidenziato come, nonostante siano state apportate modifiche significative alla Carta degli Aiuti a Finalità Regionale per il 2022-2027, alcune Regioni confinanti potrebbero ancora beneficiare di agevolazioni più elevate rispetto alla Regione Lazio.

Il presidente Rocca fa appello al Governo affinché venga avviata una discussione con la Commissione Europea volta a garantire un trattamento equo alle Regioni limitrofe.

La Regione Lazio propone l’istituzione di un regime speciale – esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, confinanti con la ZES Unica – avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno.

In particolare, viene chiesta particolare attenzione alle imprese che insistono nelle province del Lazio meridionale (Latina e Frosinone, oltre all’area di Cassino).

"Crediamo che attraverso il dialogo e la cooperazione si possa ottenere una revisione del PNRR che risponda alle esigenze di tutte le regioni e contribuisca a un futuro migliore per l’Italia", conclude il presidente Rocca.