Roma

Latte e yogurt non hanno più segreti: l'etichetta d'origine sarà obbligatoria

Vittoria storica della Coldiretti, indicare l'origine di latte e prodotti lcaseari diventa obbligatorio

Svolta nella lotta al falso Made in Italy per i consumatori, l'origine di latte e yogurt sarà non avrà più segreti.

 


Sarà da ora prevista infatti l'indicazione di origine del latte  e l'utilizzo in etichetta del paese di mungitura, nonché di quello dove è avvenuta la trasformazione.  Non solo mucche però, da ora anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt.

Il provvedimento entrerà in vigore dopo 80 giorni dalla pubblicazione, avvenuta il 19 gennaio scorso, e sancisce il via libera ad una certificazione obbligatoria che rispecchia le esigenze dei consumatori italiani. A sottolineare l'importanza di questa conquistata è la stessa Coldiretti, che commenta la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale del decreto “Indicazione dell'origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011”.

“L’obbligo di indicare l’origine in etichetta - continua Coldiretti - salva l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni. L’obbligo di indicazione è una battaglia storica della Coldiretti. Tuttavia l’etichetta resta anonima per circa 1/3 della spesa degli italiani, dai salumi ai succhi di frutta, dalla pasta al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, fino alla carne di coniglio. Due prosciutti su tre venduti come italiani, ad esempio, sono fatti con maiali allevati. n Unione Europea il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è obbligatorio indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 abbiamo il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, la dicitura del paese di origine del miele. Il prossimo passo - conclude la Coldiretti - è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta”.