Lavora con i mattoni di amianto e muore. Suprema Corte: “La colpa è dei produttori”
Il legale: “Si tratta di una sentenza storica”
di Valentina Renzopaoli
Ha lavorato per anni, posando a terra mattoni e lastre che contenevano amianto, fin quando un mesotelioma gli ha distrutto la vita. Ora, per la prima volta, la Corte di Cassazione riconosce la responsabilità dei produttori di materiali di cemento amianto, nella morte di un artigiano che aveva acquistato da loro i materiali.
Con una sentenza del 24 marzo, la suprema Corte ha infatti confermato la posizione della Corte di Appello di Milano che aveva condannato due imprese al risarcimento dei danni sofferti dalla moglie per il decesso di Pietro S., artigiano posatore di lastre contenenti amianto, avvenuto il 10 marzo 1996.
In primo grado la domanda risarcitoria era stata rigettata dal Tribunale di Voghera.La signora non si è data per vinta ed ha incaricato l'avvocato Ezio Bonanni di impugnare questa decisione. La Corte di Appello di Milano ha riformato la sentenza di primo grado e ha condannato in solido le aziende a risarcire i danni sofferti dalla vedova. Le due società hanno quindi impugnato la decisione innanzi la Suprema Corte, che con sentenza del 24 marzo ha accolto la tesi della vittima e quindi la sentenza di secondo grado.
“È una decisione storica in quanto per la prima volta si afferma la responsabilità dei produttori di materiali di cemento amianto nel caso di decesso di un artigiano che ha semplicemente acquistato questi materiali”, ha spiegato l'avvocato Bonanni, che è anche presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto. “L'Ona proseguirà la sua mobilitazione per questo ulteriore profilo di responsabilità finora mai fatto valere, e cioè quello dei produttori di materiali di cemento amianto posti in opera in altri siti produttivi e/o negli edifici pubblici e nei luoghi di civile abitazione”.