Roma
Lavoro e legalità: “Ecco la ricetta salva Roma. Ma la Raggi asfalta stradine”
La consigliera Cristina Grancio indica la via per far uscire Roma dalla crisi: lavoro e legalità. L'opinione
di Cristina Grancio*
Il lavoro e la legalità sono gli anticorpi imprescindibili per risollevare Roma dalla situazione di stallo nella quale si trova. La giunta Raggi sembra considerare la rinascita di Roma, come si legge dalla pagina Facebook di Virginia Raggi, in una mera sequenza di interventi di manutenzione ordinaria delle strade e di decoro urbano, ignorando le tematiche importanti del lavoro e della legalità, che costituiscono le vere emergenze della capitale insieme a quella sanitaria legata ai rifiuti.
L’emergenza lavoro appare di tutta evidenza leggendo il rapporto statistico sull’area metropolitana intitolato “il mercato del lavoro nell’area metropolitana 2018”, chiuso nel giugno del 2019.
L’area romana nel periodo fra il 2008 ed il 2017 ha un incremento di persone in cerca di lavoro che sale del 55% raggiungendo la cifra di 190.000 persone, ed un tasso di disoccupazione giovanile che sale dal livello precrisi dal 5,7 al 9,5% . A Roma i giovani inoccupati raggiungono il 36,3% nella fascia di età fra i 15 ed i 24 anni ed il 14% fra i 25 ed i 34 anni. Un dato importante è la crescita allo scoraggiamento a cercare un lavoro che cresce a Roma di un più 15% (passando da un 21,6 al 36,9%) mentre la media in italia si ferma ad un incremento dell’8%, quasi la metà.
Questo dato mostra come ci sia un crescente numero di persone nel pieno dell’attività lavorativa che rinuncia a cercare lavoro, un esercito di circa 350.000 unità che si possono considerare in sofferenza occupazionale.
Ma il tema veramente allarmante circa l’allontanamento dal mercato del lavoro riguarda i giovani, i cosi detti NEET (notengaged in education, employment or trainig) che a roma si contano in oltre 125.000 fra 15-29 anni e che rispetto al 2008 sono aumentati nell’area romana si quasi il 60%.
Ed è su questi dati che si devo agganciare le considerazioni illustrate dal prefetto di Roma Gerarda Pantalone, sentita dalla commissione Antimafia, da cui risulta che è dallo stato di isolamento e di abbandono in cui versano da tempo diversi quartieri di disoccupati che costituiscono «un bacino di manovalanza a basso costo da impiegare per le attività illecite» rendendo Roma «il luogo ideale delle organizzazioni criminali che intendono investire capitali illeciti»; considerazioni a cui fanno seguito quelle di Federico De Siervo Procuratore Generale facente funzione della Corte d'Appello di Roma in occasione della relazione all'inaugurazione dell'anno giudiziario: "la presenza di un significativo numero di organizzazioni criminali qualificabili ai sensi dell'art. 416 bis del codice penale, secondo lo schema interpretativo delle piccole mafie, elaborato dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni”, ecco perché, in questi anni, "è in aumento il numero di iscrizioni per corruzione (da 45 a 71 a noti e da 11 a 10 ignoti), così come è confermato il trend in aumento delle iscrizioni per corruzioni in atti giudiziari che, benché costituito da numeri ridotti, è pari al doppio dell'anno precedente, dove pure si era registrato un consistente aumento (passano a noti da 13 a 25 e a ignoti da 1 a 4). E aumenta anche il numero di iscrizioni per concussione"
La conclusione e le conseguenze di questo ragionamento le riassume Banca d’Italia elaborando i dati della Commissione Antimafia e delle Camere di commercio sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose ove risulta che al Centro Nord tra il 1971 e il 2011 l’occupazione cresce mano a mano che ci si allontana da un Comune in cui c’è un ‘ndranghetista costretto alla residenza coatta. Spiegandosi meglio: andando da un comune che rientra nel 10% con minore infiltrazione a uno che appartiene invece al 10% più infiltrato, restando al Centro Nord, l’occupazione diminuisce mediamente del 28%.
Questo significa che l’amministrazione ha l’obbligo di impegnarsi sul fronte del creare lavoro e su quello di perseguire giustizia, equità e legalità e meritocrazia, altrimenti diventa complice di un sistema criminale che non si manifesta più con atti di violenza ma che ha elaborato modalità di aggressione diverse e che mirano ad occupare lo spazio economico-finanziario della città.
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo misto