Roma

Lazio “casa” della cultura. Accordo Regione-Sapienza per un super politecnico

Nasce il Centro di eccellenza del Distretto tecnologico per i beni e le Attività Culturali del Lazio

Il Lazio diventa la casa della cultura. Regione e Sapienza firmano l'atto d'impegno per un super politecnico nostrano, un Centro di eccelleza del Distretto tecnologico per i beni e le Attività Culturali del Lazio.

 

Un accordo siglato alla presenza del Vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio e del Presidente di Lazio Innova, Paolo Orneli. Il Centro di eccellenza del Dtc raggruppa oltre alla Sapienza, 8 tra i principali organismi di ricerca del settore “tecnologie per i beni e le attività culturali del Lazio” e si pone l'obiettivo di affermarsi come la più importante aggregazione di "know how" nel settore  a livello europeo. Al progetto partecipano, come partner fondatori, tutte le Università pubbliche del Lazio (Sapienza, in qualità di capofila, Tor Vergata, Roma Tre, Tuscia, Cassino e Lazio Meridionale), oltre agli enti di ricerca Cnr, Enea e Infn. Il finanziamento della Regione Lazio - 6 milioni di euro in tre anni – prevede una prima fase per un milione e mezzo di euro dedicata all'attivazione del Centro, allo svolgimento di progetti di alta formazione, di ricerca e trasferimento tecnologico, alla creazione dell'anagrafe e dell'osservatorio sulle competenze e sulle risorse territoriali del Dtc Lazio.

La seconda fase è invece riservata al Centro di eccellenza ed è composta di 4,5 milioni di euro, dedicata a rafforzare il piano di avviamento. I Corsi di Alta Formazione, i Master di primo e secondo livello, i Corsi per l’Apprendimento permanente, lo sviluppo di MOOC che verranno resi disponibili gratuitamente.I progetti di ricerca che prenderanno vita grazie al Centro, sono inizialmente tre:

1. SISMI: tecnologie per il miglioramento della sicurezza e la ricostruzione dei centri storici in area sismica;

2. ECODIGIT: ecosistema digitale per la fruizione e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali della regione Lazio;

3. ADAMO: tecnologie di analisi diagnostica e monitoraggio per la conservazione e il restauro dei beni culturali.

Nel complesso delle cinque università si stimano orientativamente 800 ricercatori di ruolo con effettiva esperienza nel settore, 400 assegnisti, contrattisti e post-doc, oltre a un certo numero di componenti degli spin-off. “La Regione Lazio, prima in Italia, scende in campo per sostenere e finanziare la prima grande azione di sistema nel settore della formazione e della ricerca nell’ambito delle tecnologie per la conservazione, la fruizione e la valorizzazione dei Beni Culturali. E lo fa, come ormai è consuetudine, chiamando a collaborare tutte le eccellenze del territorio che possono contribuirne allo sviluppo del tessuto economico e sociale, oltre a creare nuovo lavoro qualificato”, ha dichiarato a margine il Vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio.