Roma

Lazio Sanità: 1340 minuti d’attesa al Pronto Soccorso. Rocca denuncia

Il Presidente della Regione ha dedicato buona parte del suo discorso programmatico alla sanità e alle azioni che la Giunta metterà in campo in quest'ambito

Nel suo discorso programmatico al Consiglio Regionale, il presidente Rocca ha parlato della situazione della sanità del Lazio, un disastro tra tempi d'attesa al Pronto Soccorso che superano i 1340 minuti, mancanza di personale, liste d'attesa non rispettate, servizio reCup insufficiente. “Vogliamo governare ciò che la Regione paga” ha detto il presidente.

“La sanità - ha spiegato Rocca - è una criticità sentita, prioritaria. Mi sono voluto caricare personalmente questa responsabilità sulle mie spalle mantenendo per me la delega, perché mi aspetto che i cittadini del Lazio mi giudichino per quello che ho saputo fare anche per il loro diritto alla salute”.

Le criticità evidenziate dal Presidente

“Abbiamo il tempo medio di attesa in un pronto soccorso prima di essere ricoverati che supera i 1340 minuti, con punte di oltre 2800 negli ospedali principali, oltre 46 ore contro le 8 massime che dovrebbero essere rispettate - ha detto il presidente - è la situazione peggiore d’Italia. Questo, nonostante gli accessi al pronto soccorso si siano ridotti di quasi il 30% negli ultimi anni”.

E poi il presidente ha detto ancora: “Il tema delle liste d’attesa è un problema ormai nazionale legato anche alla carenza del personale sanitario, ma sicuramente noi abbiamo il tema nel nostro ReCup dove c’è soltanto l’agenda pubblica”.

E ancora: “Abbiamo una carenza di personale infermieristico, è un dato di fatto ed è un’emergenza nazionale”.

Le promesse

“Noi – ha detto il Francesco Rocca - intendiamo riappropriarci di tutte le prestazioni del privato e dare noi l’agenda al privato e non subirla. Noi non vogliamo far danno a nessuno vogliamo solo governare ciò che la Regione paga. E su questo si giocherà una grande partita".

“Serve un utilizzo migliore delle risorse – ha aggiunto Rocca – con una distribuzione e una riprogrammazione anche della rete di emergenza che guardi al territorio con occhi nuovi”.