Le cicatrici della vita diventano ricami. Una sartoria sui terreni della mafia
Maria Grazia Cucinotta madrina della mostra “Per Aspera ad Astra”
Una sartoria sociale sui terreni confiscati alla mafia, simbolo della rinascita sociale anticamorra, grazie al coraggio e alla caparbietà dei volontari della cooperativa femminile Casa di Alice - Made in Castel Volturno.
Il laboratorio mette insieme realtà multietniche, donne per metà italiane e per metà africane salvate dalla tratta, dove l’eterogeneità diviene punto di forza e l’immigrazione una risorsa.
Ideata e prodotta dall’Associazione First Social Life - su progetto di Teresa Coratella e Eleonora Penna - viene presentata a Roma la prima mostra dal titolo “Per Aspera ad Astra”, una raccolta di opere di artisti contemporanei da cui sono stati tratti preziosi tessuti - attraverso tecnica serigrafica - al fine di realizzare creazioni da sera di alta sartoria
Appuntamento giovedì 9 Marzo alle ore 18.30 presso la Casa d’Aste Minerva Auctions con sede a Palazzo Odescalchi in Piazza SS. Apostoli 80.
Al progetto hanno aderito con entusiasmo gli artisti: Giancarlino B. Corcos, Claudio Bianchi, Tomaso Binga, Tommaso Cascella, Solveig Cogliani, Teresa & Rossana Coratella, Baldo Diodato, Jonathan Hynd, Francesco Impellizzeri, Adelaide Innocenti, Mark Kostabi & Tony Esposito, Adriano Maraldi, Nina Maroccolo, Fabio Nicotera, Gianfranco Notargiacomo, Mirko Pagliacci, Salvatore Pupillo, Nelio Sonego, Michele Principato Trosso.
Presenti all’apertura dell’esposizione Sara Barberotti e Dina Signoriello di First Cisl, sostenitrici del progetto insieme alla madrina della manifestazione, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, che per l’occasione indossa l’abito realizzato con i tessuti tratti dall’opera di Cy Twombly della collezione Terrae Motus, gentilmente concesso dalla Reggia di Caserta.
La presentazione artistica è curata dal maestro Plinio Perilli, poeta e critico letterario, membro del comitato scientifico, che scrive: “Ecco che i diritti/doveri dell’arte coincidono finalmente con quelli della vita. E le cicatrici d’esistenza diventano punti a croce, orli, imbastiture che trafiggono il cuore e lo risanano. Altro che quadri: corpi, corpi vestiti d’anima; e le installazioni siano anche anamnesi, fauste diagnosi, inesauribili cataloghi della coscienza. L’arte vera, insomma, è un grido che si spegne, scrive Rossana, mentre Teresa lo colora, lo risemina, acceso nello spasmo”.