Roma

Le Iene contro Fausto Brizzi: il caso sulle violenze sessuali si riapre

La trasmissione “Le Iene” nuovamente contro Brizzi: consegnate nuove prove al giudice che ha archiviato il caso sulle violenze

“Le Iene” e Fausto Brizzi nuovamente uno contro l'altro. La trasmissione di Italia1 ha consegnato ad Alessandro Arturi, il giudice che ha archiviato il procedimento sulle violenze sessuali che vedeva coinvolto il regista romano, nuove prove che potrebbero riaprire le indagini.

 

"Oggi porterò i nuovi elementi che avete raccolto in Procura. Con nuove prove si può chiedere la riapertura delle indagini". Così il giudice Alessandro Arturi, che ha archiviato il procedimento su Fausto Brizzi, denunciato per violenza sessuale da tre ragazze, a Roberta Rei de “Le Iene” che ha consegnato nelle mani del giudice il plico con le nuove prove raccolte dalla trasmissione, che dimostrerebbero che una testimonianza nel procedimento che ha portato all'archiviazione del regista sarebbe falsa. L'intervista al giudice Alessandro Arturi andrà in onda a “Le Iene” martedì 19 marzo, nel corso della nuova inchiesta della trasmissione di Italia1 sul caso Brizzi.

La falsa testimonianza sarebbe quella della spagnola Tania Sanchez, che ha messo agli atti, grazie all'avvocato di Brizzi Antonio Marino, che aveva conosciuto a Ibiza Alessandra Bassi, cioè una delle tre ragazze che hanno denunciato Brizzi per molestie sessuali, e che le avrebbe detto che “per avere un po’ di fama in Italia, bastava andare in tv e dire di essere stata molestata da Brizzi durante un provino”. Secondo la spagnola altre ragazze avrebbero accettato, mentre lei no. L'attrice Alessandra Bassi ha negato di aver mai conosciuto la spagnola e di essere mai stata a Ibiza. Così quando la Iena Roberta Rei porta Alessandra Bassi davanti a Tania Sanchez, quest'ultima non la riconosce, dimostrando così di non conoscerla. Ammette invece di conoscere Fausto Brizzi, ma quando la Iena pone le domande sul procedimento, la spagnola scappa e nega persino di chiamarsi Tania Sanchez.

Il giudice Alessandro Arturi aggiunge inoltre a Roberta Rei, che gli ha chiesto dell'archiviazione del regista lunedì mattina a Roma: "Le denunce di due delle tre ragazze sono state archiviate per via dei tempi. A questo non si può porre rimedio se non modificando la legge", dice Arturi riferendosi ai sei mesi di tempo a disposizione di una donna per denunciare una violenza sessuale. "Io ho sostenuto anche il fatto che per le ragazze c'è anche comprensione e solidarietà per le situazioni in cui si sono trovate", continua il giudice alla Rei. "Nel mio provvedimento ho fatto capire che ci poteva anche essere spazio per un approfondimento. Se è vero che è stata fatta una dichiarazione falsa, Alessandra Bassi deve denunciare, o comunque il pubblico ministero deve essere portato a conoscenza del fatto che la spagnola avrebbe detto una cosa falsa".