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Roma
Le lettere "atomiche" di Enrico Fermi all'asta: ecco gli appunti del fisico
Le lettere di Enrico Fermi

Vanno all'asta le lettere di Enrico Fermi. Appunti, formule, scritti sulla bomba H. Cimeli del più grande fisico italiano  che potranno essere acquistati dai collezionisti.

Le lettere

"In questi ultimi giorni è uscita una memoria di Einstein sopra una teoria 'generalissima' della relatività; interessante specialmente perché è la prima teoria nella quale l'elettricità positiva e quella negativa non differiscono soltanto per il segno. Staremo a vedere se il suo ulteriore sviluppo non possa eventualmente portare a risolvere il problema dell'elettrone e del nucleo di H". Così scriveva, in una lettera inedita, il ventiduenne fisico Enrico Fermi (1901-1954) all'amico e collega Aldo Pontremoli da Gottingen, in Germania, il 16 maggio 1923 a proposito delle nuove teorie elaborate dal fisico tedesco Albert Einstein, che due anni prima aveva ricevuto il Premio Nobel. Fermi, destinato a vincere il Nobel nel 1938, si confrontava così con Einstein sulla teoria che ha fondato l'universo modernamente conosciuto. 

I documenti inediti

La missiva autografo fa parte di un gruppo di 9 lettere inedite inviate dal giovane Fermi a Pontremoli tra il gennaio 1923 e il giugno 1926: la corrispondenza sarà offerta per la prima volta all'asta da Finarte giovedì 4 luglio a Roma con una stima intorno a 30.000-40.000 euro. Si tratta di 5 cartoline postali autografe e firmate spedite da Gottingen tra il 13 gennaio e il 22 giugno 1923; una lettera dattiloscritta firmata inviata da Firenze il 6 dicembre 1925; tre lettere autografe e firmate inviate tutte da Firenze tra il 14 febbraio 1926 e il 9 giugno 1926. Pontremoli sarebbe stato di lì a poco il fondatore dell'Istituto di Fisica dell'Università di Milano, per poi morire tragicamente nel 1928 a bordo del dirigile di Umberto Nobile.

I carteggi

Il carteggio è relativo agli inizi delle carriere di Fermi e Pontremoli e nel momento della loro massima e più intensa produzione scientifica e testimonia i fecondi scambi che avvenivano tra loro; scambi che riguardavano soprattutto il confronto su questioni di fisica teorica e pratica, ma che poi si estendevano a temi più pratici, in particolar modo il loro futuro all'interno dell'università. Le prime lettere sono spedite da Gottingen, dove Fermi dopo la laurea si recò nel 1923 grazie a una borsa di studio ottenuta. Per sei mesi studiò a Gottingen presso la scuola di Max Born, e qui la sua produzione scientifica fu intensa nonostante gli inevitabili problemi di ambientamento.

La cartolina a Persico

In una cartolina postale spedita il 13 gennaio 1923 al professore Enrico Persico e a Pontremoli presso l'Istituto Fisico di via Panisperna a Roma, Fermi scriveva: "Carissimi amici sono ormai da una settimana nella mia nuova residenza, ed in questi primi giorni mi sono naturalmente ritrovato un po' solo. Spero però che col tempo anche questo inconveniente passerà presto. Ho già cominciato a frequentare l'università e a far conoscenza coi vari professori, specialmente con Max Born. E già fin da ora ho potuto capire che in questo mio viaggio avrò da imparare assai più di quanto non credessi. Come vanno i lavori col riflettore? Saluti affettuosi a voi, con preghiera di estenderli a tutti all'Istituto, da questo elettrone ionizzato che un tempo apparteneva ad un atomo neutro di Litio". 

I consigli con i colleghi

Nel carteggio compaiono poi richieste di correzioni di testi di interventi e riflessioni sugli esperimenti in corso. In una lettera inviata da Firenze il 14 febbraio 1926 si parla di concorsi universitari, di manovre baronali e di delusioni. Nella lettera datata 11 maggio 1926, spedita sempre da Firenze, si legge: "Caro Pontremoli, ho pensato alla questione sopra la possibilità di fare qualche esperienza al Monte Rosa. Idee veramente sensate non me ne sono venute; una ricerca che sarebbe bella ma non è, secondo me, di esecuzione possibile, sarebbe uno studio della radiazione corpuscolare secondaria. Una ricerca invece, di esecuzione relativamente facile, ma non particolarmente significativa, sarebbe la seguente. Studiare la velocità di scarica di uno spettroscopio situato in un crepaccio di ghiacciaio, nella sua dipendenza dalla inclinazione del ghiacciaio; se si riuscisse a mettere in evidenza una tale dipendenza, essa potrebbe servire a determinare elementi della direzione da cui la radiazione proviene". 

Il concorso di Fisica

Infine da Firenze il 9 giugno 1926 Fermi comunicava a Pontremoli che era stato bandito sulla Gazzetta Ufficiale il concorso di Fisica Teorica per Roma e gli domandava il suo parere sull'opportunità di "avere nella commissione il massimo possibile di fisici". E proponeva i nomi di Michele Cantone e Ettore Majorana.







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