Roma

Legambiente presenta il suo piano di "resilienza" con meno asfalto e più ferro

Nel dossier sì alle ferrovie, no a nuove autostrade. E ci sono anche la bonifica della valle del Sacco e il risanamento delle reti idriche

Legambiente presenta il suo Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra i progetti da finanziare nel Lazio: la cura del ferro per Roma, la bonifica della Valle del Sacco e il risanamento delle reti idriche colabrodo. No a nuove autostrade come la Roma-Latina, la bretella Cisterna-Valmontone e la trasversale Lazio Sud.

Legambiente ha presentato il dossier nazionale “Per un’Italia più verde, innovativa e inclusiva”, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza dell’associazione del cigno verde con le riforme ritenute necessarie, le priorità e le opere utili a tramutare questo Pnrr nel cambiamento ecologico e sostenibile del Paese. Nel Lazio, tra i 63 progetti prioritari individuati nel dossier, ci sono la Cura del Ferro per Roma, la Bonifica della Valle del Sacco e il risanamento degli acquedotti colabrodo delle provincie di Frosinone, Latina e Roma. Bocciate l’autostrada Roma-Latina, la bretella Cisterna-Valmontone e la trasversale Lazio Sud Tirreno-Adriatica.

“Con le opere che saranno finanziate e realizzate grazie al Pnrr potrà nascere una grande parte della riconversione ecologica di Roma e del Lazio - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - e affinché ciò accada chiediamo di aumentarne l’ecosostenibilità attraverso progetti determinanti, per l’acqua come bene prezioso da preservare e non disperdere, per i fiumi come luogo di sviluppo ecosostenibile e non più ricettacolo di insostenibilità, per una Capitale a misura d’uomo con strade liberate dal groviglio delle auto e una mobilità nuova, per il verde e i parchi come volano dell’economia sana e non luogo dove permettere nuovo asfalto o cemento. Vanno nella giusta direzione - continua Scacchi - i molti progetti di potenziamento della rete ferroviaria già inseriti dalla Regione nel piano, ma c’è bisogno di escludere scempi ambientali come le nuove strade e autostrade che dovrebbero sorgere dal nulla, e che sarebbero un’insanabile ferita di asfalto per territori, dove serve invece aria pulita, innovazione verde, lavoro ed equità sociale che partano dalle green economy. Serve infatti una poderosa Cura del Ferro per la Capitale con la chiusura dell’anello ferroviario e il prolungamento di tutte le metro, il risanamento di acquedotti colabrodo che hanno il record nazionale di dispersione idrica, la bonifica dei territori vasti e devastati da decenni di scelte sbagliate e sviluppo industriale insostenibile, come la Valle del Sacco”, conclude.