Roma

Legge di Bilancio, atenei telematici esclusi dal “bonus ecellenze". Il caso

Il Governo incentiva l'assunzione di laureati da università pubbliche e private, ma “dimentica” quelle telematiche

Incentivi alle aziende che assumono laureati, non fuori corso, con 110 e lode e dottori di ricerca. Il Governo lancia l'assist perfetto agli studenti virtuosi di università pubbliche e private grazie al "bonus eccellenze" previsto dalla Legge di Bilancio, ma "dimentica" gli atenei telematici.

 

Sono riconosciute ormai da anni dal Miur, vantano collaborazioni presigiose, professori affermati e corsi di elevata qualità, ma restano tagliate fuori. È lo strano destino delle università telematiche e degli studenti che le frequentano, che, in attesa di capire il destino della Legge di Bilancio, non possono fare a meno di pensare ad una vera e propria esclusione discriminatoria, piuttosto che a qualche strana "amnesia" del Governo Lega-M5S. Il fenomeno delle immatricolazioni a corsi di laurea online è infatti in costante aumento, con sempre più giovani che li scelgono, per esigenze lavorative ma non solo, come alternativa a quella tradizionale. Impossibile passare inosservate, specie se si pensa che al vertice del Governo c'è proprio un professore universitario, che quel mondo e quella realtà dovrebbe conoscere meglio di altri.

 

E proprio al premier Conte è indirizzato l'appello di tantissimi studenti determinati a far sentire la propria voce, che, per l'occasione, hanno lanciato una raccolta firme su Change.org. Oltre 3mila le adesioni in un solo giorno, con sempre più persone che sentono anni di studio e sacrifici sminuiti da un provvedimento ingiusto. "Sign. Presidente del Consiglio, non ci faccia sentire discriminati solo perchè studiamo senza recarci, se non per gli esami, nei vari Atenei Italiani - si legge nel testo della petizione - Non faccia sì che noi, dopo 3 o 5 anni passati sui libri e sul computer, seguendo lezioni e lezioni ( più che in Ateneo), dando esami estremamente difficili a volte dopo aver lavorato per ore, si debba avere discriminazioni nei contratti di lavoro e, come in questo caso, essere esclusi da un bonus che possa incentivare le assunzioni di laureati a pieni voti".

"Non ci faccia diversi solo perchè la vita ci ha portato a lavorare per poter vivere (e pagare le rette ) o  a studiare da adulti - conclude - Ci appelliamo a Lei che ogni giorno vive, o meglio viveva, la vita degli studenti e che sà il sacrificio richiesto".

 

Snobbati e ignorati dalle istituzioni, gli studenti affidano la propria voglia di giustizia allo strumento che conoscono meglio di ogni altro: il web. E con il numero di firme che cresce di ora in ora, chissà che la potenza della rete non faccia arrivare il malcontento fino alle aule del Parlamento, convincendo qualcuno, il Presidente Conte in primis, ad un primo dietrofront.