Roma

“Legge di Bilancio sporca di sangue”: i Vigili del fuoco contro il Governo

Venerdì 29 novembre sciopero dei Vigili del fuoco, in aperta protesta contro il Governo: “La politica volta al risparmio ha fallito”

Vigili del fuoco contro il Governo Conte, è scontro sull'equiparazione retributiva: venerdì 29 novembre nuovo sciopero generale. Ed il sindacato smaschera l'esecutivo sulla Legge di Bilancio: “La manovra sporca del sangue di bambini e disoccupati”.

 

Nuova protesta degli “eroi dimenticati”, i vigili del fuoco. Dopo la manifestazione del 15 novembre scorso in piazza Montecitorio per chiedere al Governo equiparazione retributiva e previdenziale gli altri Corpi dello Stato, l'Usb, l'Unione Sindacale di Base, ha indetto per venerdì prossimo un nuovo sciopero. Ed proprio nella lettera del sindacato in cui annunciavano la nuova protesta che vengono a galla tutti problemi del Governo ed i segreti sulla Legge di Bilancio.

“La gestione 'manageriale' del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco di questi ultimi anni – scrive il sindacato – ha causato una serie di difficoltà operative nel soccorso. I pompieri intervengono in tutte le condizioni, dal mare ai monti, con una varietà interventistica che richiederebbe una organizzazione perfetta mentre la gestione politica degli ultimi anni ha dimostrato un solo obiettivo: il risparmio. Le alluvioni di questi giorni hanno evidenziato la scarsa capacità organizzativa dell’amministrazione, che è stata colmata dalla base, dai lavoratori che con la loro esperienza e professionalità hanno dato il massimo, rischiando la loro vita, con un conseguente aumento degli infortuni. Noi che non abbiamo neanche l’INAIL. Una amministrazione poco tecnica e tanto politica/manageriale, che a discapito dei lavoratori non fa altro che aumentare i carichi di lavoro quotidiani sempre più elevati. Una mancanza di azioni preventive sul soccorso e una politica generale del lavoro che ha fallito con le autostrade, con le telecomunicazioni. Succede con Alitalia, con le aziende ex IRI come Fincantieri, Leonardo e vogliono che continui ad accadere anche all'Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto. Città e territori vengono stuprati dall’azione selvaggia di chi guarda esclusivamente all’interesse economico e speculativo senza alcun rispetto per la natura e per i lavoratori. E a noi, Vigili del Fuoco, spetta il compito di tappare i buchi. Correre a destra e a manca nel tentativo di salvare il salvabile”.

Il sindacato continua la battaglia per l'equiparazione retributiva, ma avvisa il Governo di non voler essere pagati con soldi “insanguinati”: “Promettono denari dal fondo armonizzazione per i Vigili del Fuoco, senza dirci quanto realmente è rimasto nel salvadanaio, abrogando i commi 106 e da 162 a 170 alla legge n.145 del 30 dicembre 2018! Se volessimo riassumere in due parole la proposta del governo possiamo dire che le decine di miliardi di euro della manovra economica verrebbero presi dai fondi per le ristrutturazione degli edifici pubblici, come scuole, ospedali, caserme, ecc.., oltre che dalla mancata assunzione di centinaia, migliaia di disoccupati. Questa proposta sporcherebbe le mani di tutti i Vigili del Fuoco, che potrebbero anche trovarsi a scavare a mani nude per estrarre bambini rimasti sotto le macerie di una scuola non ristrutturata! Come glielo spiegano i Vigili del Fuoco ai genitori di quei bambini, ai famigliari, che l’aumento del loro stipendio promesso dal governo è sporco di quel sangue? Come possono i Vigili del Fuoco continuare ad essere amati sulla pelle di 300 disoccupati?”.

“Il 29 novembre 2019 – conclude il sindacato – USB ha deciso di proclamare lo sciopero generale per difendere i lavoratori e i cittadini di Taranto ma anche per chiedere un nuovo modello di sviluppo centrato sull’intervento pubblico nell’industria e nelle infrastrutture. Con il cuore e l’anima siamo al loro fianco ma il Paese sta crollando e noi che di mestiere facciamo soccorso sappiamo che non possiamo allontanarci un attimo dalla popolazione. Sciopereremo con il cuore ma continueremo a fare soccorso, come è giusto che sia”.