Roma
Liberi e Uguali: assemblea nazionale il 26 maggio. La sinistra dopo il voto
LeU e il futuro della sinistra italiana dopo il voto del 4 marzo: assemblea generale
Liberi e Uguali si prepara all'assemblea nazionale del prossimo 26 maggio. “Verso un nuovo polo civico, popolare e di sinistra”.
La sinistra si rimette in discussione dopo il voto nazionale dello scorso 4 marzo. Il 14 e il 15 aprile si è riunita a Roma l’assemblea nazionale di Sinistra Italiana. Due giorni ricchi di interventi focalizzati sull’analisi del voto politico e sulla pesante sconfitta di Liberi e Uguali.
Le delegate e i delegati nazionali di SI hanno approvato a larga maggioranza un dispositivo coerente con la relazione conclusiva del segretario, Nicola Fratoianni, in cui si impegnano gli organismi dirigenti a investire sul processo apertosi con l’esperienza elettorale di “Liberi e Uguali”, pur evitando precipitazioni organizzative.
Il 26 maggio è stata convocata da tutti i soggetti promotori di LeU una assemblea nazionale larga e aperta a tutte le forme della sinistra sociale e politica. Un dibattito aperto a tutte le forze della sinistra, dentro e fuori LeU.
“Le ultime elezioni politiche hanno ridisegnato la geografia elettorale del nostro Paesesancendo un punto di rottura con il passato e decretando una sconfitta generale di tutta la sinistra, in ogni sua sfumatura e offerta, dal Partito Democratico a Potere al Popolo passando ovviamente per Liberi e Uguali – si legge nel comunicato - Sono evidentemente maturate alcune tendenze di lungo periodo che covavano nel corpo sociale del nostro Paese e più generale dell'Occidente, di cui è imprescindibile tener conto se si vuole compiere non solo un'analisi sincera del risultato ma anche per costruire una proposta politica adeguata alla nuova fase”.
Secondo LeU, il voto ha aperto un “campo populista” eterogeneo, dalla variante etnicaleghista, a quella digitale del Movimento Cinque Stelle a quella governativa del renzismo. “Un campo accomunato dalla capacità di trarre linfa vitale da una retoricaantiestablishment, da leadership personalizzate in grado di catturare elettorati sempre più interclassisti”.
Alle elezioni ha quindi perso il ceto politico rimasto imprigionato nella propria autoreferenzialità.
LeU fa un passo indietro e attraverso un mea culpa cerca le cause che hanno portato gli elettori a votare per altre forze politiche. “Ha pesato certamente il mancato coraggio nel comporre liste poco rinnovate e aperte al di fuori dei gruppi dirigenti tradizionali, così come la lentezza e incertezza nel processo costituente della coalizione tra le forze politiche preesistenti. Ma anche l’incapacità di sciogliere i nodi programmatici, promuovendo una linea politica chiara. Eppure l’intuizione di dar vita a una lista unitaria, capace di collocarsi in posizione autonoma e competitiva rispetto al tradizionale recinto del centrosinistra, è stata corretta e coerente con le ragioni fondative di Sinistra Italiana”.
“Occorre rilanciare un’offerta politica chiara da un punto di vista programmatico, in grado di rilanciare l’offensiva democratica, ambientalista, progressista e di inaugurare una stagione di dura opposizione politica, sociale e culturale nel Paese. Un obiettivo ancor più necessario ora che il Movimento Cinque Stelle da collettore, anche nell’elettorato tradizionale della sinistra, di quell’esigenza che non era più prorogabiledi rottura si appresta a costruire una maggioranza con la Lega di Matteo Salvini, ormaitrasformatasi a tutti gli effetti in un partito di nuova destra nazionale”.
Tra i firmatari del documento, Paolo Cento, Loredana De Petris, Giovanna Seddaio e Monica Gregori.