Roma

“Libertà per Julian Assange”, Roma si unisce al grido che fa il giro del mondo

Di Lorenzo Pantellini

La Capitale darà il suo contributo nella 24 ore mondiale che si opporrà all'estradizione del fondatore di Wikileaks

Maxischermi in diretta nelle piazze di tutto il mondo, conferenze ed eventi per opporsi ai 175 anni di carcere che Julian Assange rischia dopo aver reso pubblici i crimini di guerra degli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq. Roma prenderà parte all'iniziativa mondiale lanciata da 24assange.org, dove tante città del mondo si collegheranno live con le varie iniziative in un'unica diretta.

Dalle conferenze ai dibattiti fino a spettacoli e interviste, i collegamenti vedranno la partecipazione delle iniziative che partono dal Venezuela, passano in Australia e arrivano in Europa, dove tra le tante città italiane e del Vecchio Continente, anche Roma vedrà l'organizzazione di alcuni eventi dedicati al fondatore di Wikileaks.

Gli appuntamenti nella Capitale: il dibattito nella sede di Left

In costante aggiornamento e in attesa delle scese in campo di ulteriori iniziative, anche Roma sarà protagonista della manifestazione che coinvolgerà città da tutto il pianeta. Gli appuntamenti già confermati nella Capitale sono nella sede di Left, in via Ludovico di Savoia 2/b, dove dalle 18 andrà in scena il dibattito intitolato “Uomini capaci e generosi non creano vittime, si prendono cura di loro”. L'iniziativa, che prende il nome dal una frase pronunciata da Assange in un Tedx del 2010, vedrà la partecipazione della redazione di Left con la musicista Ovadia Moni, il fumettista Vauro, la giornalista Francesca Fornario, il politico Giovanni Russo Spena, Riccardo Nuory per Amnesty, Lazzaro Pappagallo per Stampa Romana, Giuseppe Giulietti per la Federazione Nazionale Stampa Italiana, Media Alliance con Roberto Musacchio e Roberto Morea, l'autore presso Articolo21 Vincenzo Vita, Patrick Boylan di Free Assange Italia e Dale Zaccaria di G.N.S. Press.

Maschere di Assange e letture al presidio di piazza Scotti

Volantinaggi e interventi sono inoltre programmati per la 24hassange nel presidio in piazza Scotti, con la partecipazione di Reti di pace lab. Monteverde, Cantiere La Tela, Monteverde Antirazzista e Beni Comuni Roma XII, in piazza dalle 11,30 alle 13. Nel corso dell'iniziativa, che vedrà una rassegna di lettere da legger, un volantinaggio e le maschere del giornalista australiano sulla nuca dei partecipanti, ci sarà anche l'intervento di Patrizia Cecconi.

Ulteriori organizzazioni hanno aderito all'iniziativa a Roma, tra cui Casa Umanista, Energia per i Diritti Umani, Left, Redazione romana di Pressenza e Free Assange Italia. 

Da Roma a Londra, fino a Sydney e Caracas

L'evento per l'opposizione all'estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, che costerebbe al giornalista australiano diventato l'emblema della libertà di stampa una vera e propria condanna a morte con 175 anni di carcere, andrà in scena in tutto il mondo, con appuntamenti già confermati in Italia ad Acquedolci, Cagliari, Faenza, Firenze, Luino, Milano, Milazzo, Potenza, Roma,

Rovato, Trapani, Tregnago, Val di Susa e Varese, per poi continuare in Europa a Barcellona, Vienna e Roskilde. E ancora: iniziative in Australia a Byron Bay, New South Wales, Melbourne, Sidney, Tasmania, in Gran Bretagna alla Belmarsh Prison, definita la “Guantanamo inglese”, a Londra e Manchester, fino al Venezuela a Caracas. Tra le organizzazioi e le testate che hanno aderito in Italia ci sono: Amnesty International, Articolo21, Atlante delle guerre, Comitato di solidarieta’ con Leonard Peltier di Milano, Free Assange Italia, Italia che Cambia, Left, L’indipendente, Media Alliance, Pressenza, Presidio Europa NoTav, Terra Nuova transform! Italia, Sostenitori di Julian Assange, Sovranità Popolare, Unimondo e Ecomapuche.

“Il giornalismo non può essere un crimine”, 24 ore no-stop per Assange

Julian Assange, fondatore di Wikileaks, rischia l'estradizione negli Stati Uniti che gli costerebbe una condanna a morte con la reclusione per 175 anni dopo aver reso pubblici a tutto il mondo centinaia di migliaia di documenti militari del governo statunitense sulle guerre in Afghanistan e Iraq. Prima con gli “Afghan War Logs”, pubblicati il 15 luglio 2010, poi con gli “Iraq War Logs”, i cui file segreti resi pubblici raccontano i rapporti di guerra dell'esercito americano dal 1 gennaio 2004 al dicembre del 2009, Wikileaks pubblicò quasi mezzo milione di file che descrivevano le efferatezze compiute dai soldati statunitensi durante i conflitti, a partire dal video “Collateral Murder” che ha sconvolto il mondo, pubblicato il 5 aprile del 2010. Seguirono poi, oltre allo scoppio del Cablegate riguardante le compromettenti corrispondenze delle ambasciate Usa inviate al Dipartimento di Stato a Washington in merito alle relazioni internazionali, anche i file rivelatori sulla prigione di Guantanamo, dove quasi tutti i file dei detenuti furono resi pubblici, dimostrando l'innocenza di tantissimi deportati che dopo l'11 settembre furono trasferiti nella prigione fino ad allora segretessima, come le torture che avvenivano all'interno nei confronti dei prigionieri. Julian Assange, dopo l'ordine di estradizione firmato dal Ministro dell'Interno inglese Priti Patel nel novembre del 2019, rischia ora di essere estradato negli Stati Uniti, dove lo aspetterebbe una pena di 175 anni di prigione.