Roma

Lo riducono in fin di vita per rubargli il cellulare. Arrestata gang di romeni

Nella “baracca” trenta telefonini rubati, armi e arnesi da scasso

Una banda di romeni ha quasi ammazzato un uomo per rubargli il cellulare. Privo di sensi, con lesioni in tutto il corpo e un grave trauma cranico, il poveretto è arrivato in ospedale a bordo di una lettiga del 118. Quando gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Flaminio, chiamati dai sanitari che lo hanno preso in cura, sono giunti in ospedale, lo hanno identificato ma le condizioni in cui C.P. era stato ridotto non hanno permesso loro di acquisire ulteriori particolari sull’accaduto.
Raccolte le poche informazioni in possesso degli operatori del 118 che lo avevano soccorso in via Cassia all’altezza dell’incrocio con via Cortina d’Ampezzo, i poliziotti si sono messi subito al lavoro per cercare di individuare qualche testimone.
Grazie alle indagini, sono riusciti a scoprire che la vittima era solita dormire in un giaciglio di fortuna insieme ad altri suoi connazionali all’interno della baraccopoli nei pressi di via dell’Acqua Traversa. Dopodiché gli agenti  hanno individuato il capanno e identificato tre individui, che hanno riferito alla polizia di essere stati aggrediti da un gruppo di persone, al grido di “ora vi ammazziamo!”, intorno alle ore 1,30 di notte, mentre dormivano.
Riusciti a fuggire prima di essere raggiunti dal branco, si sono nascosti nella boscaglia mentre C.P., attardatosi, è stato bloccato dai malviventi, picchiato selvaggiamente con mazze e spranghe e rapinato del cellulare e del denaro.
Continuando nelle indagini, gli investigatori, sono riusciti ad individuare il probabile nascondiglio della banda, una piccola radura non visibile ai passanti, ubicata in via di Tor di Quinto, sotto il ponte della Tangenziale. A quel punto gli agenti appostatisi nei pressi della “baracca”, hanno bloccato e identificato cinque stranieri.
Nel nascondiglio, i poliziotti hanno rinvenuto trenta cellulari rubati, tra i quali anche quello rapinato a C.P.,  un tubo in alluminio a cui era stata applicata una lama in ferro, “piedi di porco” e una forbice di grandi dimensioni idonea a tagliare la lamiera.
Accompagnati in ufficio i cinque, tutti di nazionalità romena e rispettivamente di 31, 21, 40, 37 e 39 anni, e una volta accertata la loro responsabilità nel pestaggio, i cinque sono stati arrestati per rispondere del reato di tentato omicidio e rapina aggravata in concorso.