Lo sfacelo sanità diventa un calendario. Scarafaggi nei letti, reparti full
Un calendario choc sulla sanità nel Lazio. Il ricavato delle vendite in progetti di solidarietà
Scarafaggi nei reparti. Servizi igienici indecenti. Sovraffollamento degli spazi ospedalieri. Sono soltanto alcuni degli scatti contenuti nel calendario denuncia “Sanità in codice rosso”, realizzato dall’Assi Onlus e dalla fotografa Tiziana Luxardo.
Un calendario choc della maestra di fotografia che già in passato aveva prestato il suo occhio per la denuncia sociale, come nel caso delle donne lavoratrici schiavizzate nei campi.
Non bastano i dodici mesi dell'anno per denunciare tutti i mali della sanità laziale, sono sufficienti però per dare un’idea dei problemi che quotidianamente vivono operatori del settore e cittadini. Problemi che riguardano tutti, perché ciascun cittadino può aver bisogno di un pronto soccorso o di un letto in un reparto di ospedale.
Dodici scatti d'autore drammatici, tratti da notizie di cronaca e da sopralluoghi nelle strutture ospedaliere della stessa artista.
Basta arrivare a marzo per avere chiara la percezione delle contraddizioni, carenze, disservizi, disperazione di operatori e pazienti. A Dicembre la netta sensazione è quella di un pugno nello stomaco.
Spiega Paolo Dominici, vicepresidente della Onuls e segretario regionale con delega alla sanità: “Era proprio questo l’obiettivo: carpire in quegli scatti alcune criticità del nostro servizio sanitario, rappresenta infatti uno strumento per dare voce a chi nella sanità ci lavora e a chi della sanità ha bisogno. La nostra è una provocazione, una energica provocazione, un modo per sensibilizzare le istituzioni affinché qualcosa effettivamente migliori”.
Ma c’è altro. L’Assi non si ferma alla denuncia. Anzi, proprio dalla denuncia trae linfa per mettere in campo progetti di solidarietà concreti. Conclude Dominici: “Non a caso il ricavato delle vendite del calendario sarà interamente devoluto a un paesino del reatino colpito dal sisma dello scorso anno. Stiamo scegliendo una realtà che fino ad oggi è rimasta esclusa dal circuito mediatico, ma che ha subito ugualmente danni che hanno sconvolto la vita all’intera comunità”.