Lo stadio della Roma si impantana. Il Comune M5s fa il furbetto - Affaritaliani.it

Roma

Lo stadio della Roma si impantana. Il Comune M5s fa il furbetto

Si bloccano 1,7 mld di investimento e 4 mila posti di lavoro

Il Comune di Roma dice sì al via libera dell'iter per lo stadio di Tor di Valle; la Regione dice che senza la delibera di “pubblica utilità” annessa alla documentazione la Conferenza dei Servizi non si può e non si aprirà, il numero Uno della roma, James Pallotta esprime soddisfazione come forma prudenziale.

E lo stadio dell'As Roma finisce nel pantano della burocrazia e delle procedure. Se il Movimento Cinque Stelle e il sindaco Virginia Raggi volevano mettere i bastoni tra le ruote al progetto da 1,7 miliardi di euro per realizzare su 180 ettari il terzo stadio della città e dare occupazione a circa 4 mila persone, ci sono riusciti. Invece di prendere una posizione ufficiale hanno scelto la soluzione da furbetti: inviare la documentazione senza alcune carte fondamentali, come il parere di conformità alla delibera di pubblica utilità votata dal Campidoglio, e così mandare tutto a monte, riservandosi di fare osservazioni nel corso della Conferenza dei Servizi che però la Regione non intende fare.

Stando alle dichiarazioni ufficiali di Comune di Roma e soprattutto di Regione Lazio, lo stadio della Roma è di fatto bloccato e la patata bollente è in mano alla Regione Lazio che deve decidere: o forzare la legge e convocare il tavolo di confronto tra tutti gli enti interessati e mandare avanti l'iter, col rischio di esporsi a possibili ricorsi amministrativi; oppure spedire una lettera educata al Comune di Roma per richiedere di completare la documentazione mancante e attendere.

I “grullini” come erano stati definiti gli attivisti del Cinque Stelle a proposito della loro esperienza amministrativa, mostrano così una straordinaria conoscenza e capacità di interpretare le leggi e riescono con una semplice omissione di un documento a paralizzare il lavoro. E a leggere le dichiarazioni ufficiali del Campidoglio, sembra quasi che il Dipartimento Urbanistica sia trasparente e lineare, poiché ha innocentemente rinviato alla Conferenza dei Servizi, la formalizzazione delle osservazioni e delle criticità che invece, a regola di procedimento, dovevano essere contenute nel fascicolo inviato alla Regione in modo tale da permettere le analisi di compatibilità urbanistica propedeutiche alla convocazione della Conferenza dei Servizi.
Non potendo attaccare il Comune di Roma direttamente per aver omesso le carte, il presidente dell'As Roma sceglie la via “morbida e spedisce al mondo dichiarazioni  “attendiste”: ““Siamo molto soddisfatti per l’avanzamento della procedura, un ulteriore passo verso la realizzazione di una delle opere più importanti in Italia. Siamo convinti che il progetto Stadio della Roma - Tor di Valle possa contribuire allo sviluppo e al rilancio della Capitale, oltre a regalare alla città un nuovo stadio di cui i tifosi giallorossi possano essere orgogliosi”.
Anche Luca Parnasi, presidente di Eurnova, getta il cuore oltre l'ostacolo burocratico: “ “Da cittadino romano e amante di Roma non posso che essere entusiasta per questo nuovo passo avanti del progetto. Desidero esprimere, questa volta da imprenditore che opera nella nostra città, un sentito ringraziamento a tutti gli uffici coinvolti e confermare la nostra disponibilità ad un constante dialogo durante la prossima fase dell'iter amministrativo. Abbiamo disegnato un progetto che proietterà Roma verso una nuova fase di lavoro e di crescita, avvicinandola sensibilmente alle altre capitali europee affinché possa riaffermarsi, attraverso un'opera di ampio respiro internazionale, un sano orgoglio di sentirsi cittadini romani”.
Senza stadio il match tra Roma e l'As Roma e il Comune di Roma cambia terreno: a rimettere la palla in gioco dovrò essere per forza la Regione Lazio.