Roma
Locali che non valgono niente dati gratis. L'ultima follia delle Giunta Raggi
Cristina Grancio, Psi, interviene sulla proposta del Comune di cedere in locazione gratuita locali sfitti nelle periferie. Cosa si rischia
di Cristina Grancio *
La Giunta Raggi vuole dare locali commerciali sfitti con affitto a titolo gratuito per 24 mesi a privati ed imprenditori che apriranno attività commerciali quali negozi di scarpe, di abbigliamento, attività ludiche e ricreative ed altro. Insomma ciò che non si è riusciti negli anni a piazzare proprio perché non appetibili commercialmente vengono concessi per due anni se il privato imprenditore assumerà lavoratori del quartiere, dichiarando questa una operazione per la lotta alla mafia e alla criminalità.
Ma quale imprenditore è disposto ad investire, anche se per due anni non pagherà l’affitto, in una zona che non ha alcun ritorno in termini di potenzialità commerciali?
Mi spiego, un posto di lavoro è sicuramente cosa buona, in un frangente storico come quello che stiamo vivendo, ma sembra essere solo uno specchietto per le allodole, quando invece si rischia di trovarsi di fronte un altra realtà. Porre in essere un’operazione atta sì ad incentivare la piccola imprenditoria nel commercio, ma senza aver preventivamente fatto uno studio per individuare la tipologia di realtà urbana dell’ offerta di locali, rischia di tramutarsi in una inutile operazione. Diciamolo pure, un locale rimasto libero presumibilmente non ha potenzialità di guadagno e quindi chi, ingenuamente, proverà ad investirci è molto probabile che possa con facilità trovarsi coinvolto in situazioni di difficoltà dove ben presto potrebbe insinuarsi la criminalità con l’obbiettivo di controllo del territorio. Le mafie hanno proprio questa caratteristica, cioè quella di manifestare il loro potere attraverso il controllo del territorio, ed il commercio è proprio uno dei tre settori che maggiormente si presta perché ha la caratteristica di potersi distribuire geograficamente sulla città per tutta la sua estensione e li dove le attività commerciali sono più isolate o mal inserite nel tessuto sociale il controllo diventa ancora più facile da raggiungere.
Rischiamo di avere un’amministrazione che investe su consumismo e attività a scopo di lucro in modo totalmente inutile se non deleterio. In questo momento bisogna aiutare gli imprenditori che si trovano in condizioni di rischio infiltrazione criminale a resistere e l’unica arma di resistenza è la creazione di cultura, di arte, l’istruzione, il sostegno al disagio, i servizi, la formazione, la formazione specifica per la lotta alla criminalità, questi si sono antidoti per fronteggiare, per resistere alle mafie.
In questi anni l’amministrazione grillina ha messo alle porte le associazioni che si sono sempre occupate di offrire servizi, cultura sostegno ai cittadini, tutte attività che magari non portavano grandi introiti all’amministrazione in termini di bilancio in senso canonico, ma il cui apporto poteva essere misurato in termini di benessere o di opportunità per il territorio e perché no anche di controllo e resistenza alla criminalità.
La mossa vincente è la creazione di reti e sinergie, un’operazione di più ampio respiro differente da quella che potrebbe essere l’offerta di una mela stregata, proposta in commissione commercio alla presenza di Federica Angeli, sotto forma di nuovo contratto di lavoro: il lavoratore di quartiere.
* Cristina Grancio, capogruppo Psi Roma Capitale