Roma
M5S, la Ztl Tridente scatena l’ira dei negozianti: “Uccide il centro storico"
La nuova Ztl firmata M5S scatena la rabbia dei negozianti del centro storico
di Massimiliano Martinelli
La Ztl a 5 stelle lascia i negozianti di Roma a piedi, con la zona del Tridente che diventa off-limits anche per scooter e moto. Nuovi varchi, accessibili solo per i titolari di permesso Ztl A1, tra via Ripetta, via Condotti, piazza Augusto Imperatore e le strade limitrofe. Claudio Pica, presidente della Fiepet Roma, avverte: “Così si uccide il centro storico”.
Entrerà in vigore il primo di aprile, ma per i commercianti di zona è tutt'altro che uno scherzo. La rivoluzione del traffico nel centro storico rischia infatti di mettere in seria difficoltà gli esercizi pubblici, che lanciano l'allarme “desertificazione”. I sei nuovi varchi elettronici saranno attivi dal lunedì al venerdì dalle 6:30 alle 19:30 e il sabato dalle 10 alle 19, nel tentativo di allontanare definitivamente le auto e "spostare" il il traffico capitolino sul trasporto pubblico. "È la strategia giusta per far morire il Centro - tuona il presidente della Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici di Roma - Che poi ci possano essere delle zone con delle isole pedonali, siamo contenti, ma una zona non può semplicemente 'scomparire'. Mi viene da domandarmi, anche le auto blu non passerano? Sono dei provvedimenti molto particolari, diciamo. Prima mettiamolo in atto, facciamo sperimentazione di 4 mesi, e poi si decide, non sperimentazioni di solo un mese. E poi riapriamo la fermata della metro Repubblica, non come ora, con i commercianti di zona tagliati fuori e che non sanno cosa fare".
“Noi siamo per il rilancio di Roma – precisa Pica - Ma serve una sperimentazione più lunga, poi una valutazione collettiva. Già stiamo subendo un caro affitto, mettiamoci anche l'e-commerce ed ora questo...”. “Tutto ciò avrà ripercussioni sull'occupazione. Poi non lamentiamoci se i giovani vanno a lavorare all'estero – avverte ancora Pica - Qui non si creano costi di lavoro”. Un fiume in piena, lo sfogo di chi vive le difficoltà della città e che si sente tradito dalla propria Amministrazione: “Su questa nuova mobilità non c'è stato nessun dialogo, abbiamo avuto degli incontri, ma nessun confronto del Comune con Confesercenti ed altre associazioni. Il blocco totale non è la panacea di tutti i mali. Un'altra domanda provocatoria, ma non si può prolungare la metro alle 1.30? Roma assomiglia sempre più a una città provinciale e non a una metropoli".
“Sono d'accordo con la cacciata dei pullman, ma una volta allontanati creiamo alternative – prosegue - Non è solo problema di Roma Capitale, ma di Amministrazione generale. Questa non è una politica dell'investimento, è una visione poco oculata, poco turistica. Il caso dei rifiuti in fiamme a gennaio, ad esempio, è un danno di immagine enorme per la città, quanto turisti abbiamo perso?”.
I negozianti rimproverano al Campidoglio una visione parziale, se non distorta, della città, chiedendo misure che uniscano tutela dell'ambiente e abbattimento del traffico, con la salvaguardia della categoria: "Questo provvedimento farà molte 'vittime'. Ucciderà un centro storico già morente. Poi si va al centro commerciale, è ovvio". Centro storico stritolato già tra le rigide misure anti-movida adottate dalla Raggi, che però, assicura Pica, non hanno affatto risolto i problemi atavici di certi quartieri: "Se noi decidessimo che l'alcol è un problema sociale lo deve essere di tutta Roma, non del centro storico - avverte Pica - Ora non si beve nella piazza dove non si può vendere, ma nella via vicina. A San Lorenzo, ad esempio, la droga è rimasta e non si beve più. I nostri associati ci raccontano di una situazione preoccupante, a San Lorenzo, in fatto di pusher. Non andiamo a fare una via sì e due no. Poi l'alcol lo vendono i minimarket, con qualità scadente, non pagano l'Iva, costa di meno, e il giovane va lì”.
Ecco quindi che all'orizzonte si profila una "serrata" di negozi e ristoranti, forma di protesta estrema contro la misura della Ztl, sulla quale però Pica frena ancora: "Stiamo raccogliendo proteste, proposte, segnalazione degli associati. Vogliamo capire la situazione, cosa vuole fare il tessuto produttivo della città - racconta - Dobbiamo vedere quante persone sono disposte a chiudere tutto e scendere in piazza: meglio perdere una giornata di lavoro che cedere e perdere poi tutto".