Roma

M5S nel caos Roma, Beppe Grillo commissaria il sindaco Raggi. Inside

Voci insistenti su un interessamento diretto del leader del Movimento tornato dalle vacanze

La mano di Beppe Grillo sul Comune di Roma. Via l'assessore Minenna e via la capo di Gabinetto più pagata del regno, il giudice Rainieri. E non è finita qui. Perché secondo i bene informati è stata la notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il giorno dopo il primo nubifragio dell'Era Raggi, a portare consiglio.
E a dettare la nuova linea del Campidoglio sarebbe stato Beppe Grillo in persona appena rientrato dalle vacanze. Dunque, Virginia Raggi irrisa e derisa per la serie di errori, strafalcioni e per quel delirio giustizialista che ha accompagnato la presa del Campidoglio, ma anche circondata da consiglieri “leggeri” e alle prese con la ricerca affannosa di competenze amministrative, sarebbe stato già di fatto commissariata.

Il leader del Movimento ormai ha ben chiaro Roma non è Parma, Civitavecchia o Pomezia e che il flop Capitale potrebbe segnare la fine del Movimento che proprio nella vede l'opposizione coesa di tutti i partiti: dal Pd in prima linea, sino a Forza Italia e al gruppo della Meloni con il suo capogruppo Ghera che non ha mai mollato l'osso per tutto il mese di agosto. Così Grillo avrebbe deciso di impegnarsi in prima persona nella guida della Raggi, giudicata “inesperta” e alle “prese con problemi che vano ben oltre le sue capacità”. Da qui la decisione di postare alle 4 del mattino la notizia delle osservazione dell'Anticorruzione per depotenziare la “bomba” delle dimissioni della Rainieri e dell'assessore Minenna.

E nel Movimento riprende vigore l'opposizione a Virginia Raggi che si era inalberata al momento di scegliere la candidatura del giovane avvocato a sindaco e che pretendeva  di candidare una figura con maggiore esperienza. Opposizione interna guidata da Roberta Lombardi che aveva in mente Marcello De Vito per il posto più alto. Poi le faide interne e le correnti hanno postato forzato su Fb il volto della Raggi e i voti hanno preso il verso giusto. Così come il direttorio romano che ha fatto e disfatto e ora è pressato dalla responsabilità di una situazione delicatissima.