Roma

M5S, Virginia Raggi e il caos dei bandi pubblici. L'elenco completo dei flop

Trasporti, rimozioni e verde: ecco l'elenco dei bandi flop di Virginia Raggi. L'Opinione di Andrea Catarci

di Andrea Catarci *

M5S al governo di Roma, si doveva aprire una stagione di rinnovamento e di trasparenza, invece sui bandi pubblici la Giunta di Virginia Raggi ha collezionato una serie di flop, accompagnati da dirigenti nella bufera.

Il bando sui trasporti
La Sindaca Raggi pochi giorni fa ha solennemente annunciato il rilancio del trasporto pubblico cittadino: in affitto arrivano i primi 38 di 108 bus, al posto dei 320 del valore complessivo di 98 milioni di euro che dovevano essere acquisiti da Atac con il bando di luglio 2018, andato deserto. Pur tralasciando la differenza tra noleggio ed acquisto, nonché le critiche dei sindacati per cui i mezzi non sono adatti e non permettono di lavorare in sicurezza, mancano all’appello 212 bus rispetto ai programmi.

La scorsa settimana il Tar Lazio ha annullato parzialmente la gara europea da un miliardo per la gestione delle linee periferiche di trasporto pubblico, arrivata al quarto stop, con la prospettiva di una modifica sostanziale.

Il bando sul verde orizzontale
A novembre 2018 era andato deserto il bando per la manutenzione del verde di arredo e di superficie di 6 impianti sportivi comunali, Campo Testaccio, Stadio Flaminio, Stadio Nando Martellini, Palazzetto dello Sport, Stadio Giannattasio, Area Mar dei Coralli e Galoppatoio Villa Ada, del valore di 225.000 euro: nessuna delle 50 aziende invitate a partecipare si dimostrò interessata, scatenando l’ira dell’Assessore comunale allo Sport, Daniele Frongia, che denunciò un boicottaggio contro l’Amministrazione.

Nello stesso mese la Sindaca e l’ex Assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari esultavano per l’assegnazione del bando per la manutenzione del verde orizzontale - sfalcio dell’erba, pulizia e potatura di siepi e cespugli -, del valore di 4 milioni di euro, avvenuta dopo 2 anni. Diverse squadre sono subito entrate in azione in parchi e giardini, poi all’aggiudicazione non ha fatto seguito la stipula dei relativi contratti e le cinque ditte vincitrici si sono fermate.

Il bando sul verde verticale
E’ invece ancora bloccato il bando per il verde verticale, cioè per la manutenzione delle alberature, con 5 milioni di euro che avrebbero dovuto garantire la gestione dei 330.000 alberi presenti in città: con il risultato che piante di alto fusto continuano a cadere provocando persone ferite, auto schiacciate, strade bloccate, mentre altre sostanzialmente sane sono state abbattute per l’incapacità di assicurare le cure necessarie. 

Il bando sula rimozione delle auto
Ad ottobre 2018 era toccato all’appalto relativo alla rimozione delle auto da 11 milioni di euro, che si voleva affidare ad una piattaforma digitale ed al sesto tentativo di riformulazione veniva dichiarato nullo dal Tar Lazio, ravvisando "un'evidente violazione dei principi e delle regole contenuti nel codice dei contratti pubblici”.

Il bando sui rifiuti
A marzo e settembre 2018 erano andati deserti i due appalti di Ama da 105 milioni di euro e 188 milioni di euro, per il trasporto e lo smaltimento dell’eccesso di rifiuti ammassato negli impianti di trattamento meccanico-biologico di Rocca Cencia e Salaria, quest’ultimo in dismissione dopo l’incendio.

Il bando sulla manutenzione delle strade
Recentemente è stato finalmente assegnato l’appalto triennale per la manutenzione stradale di 78 milioni di euro, anch’esso dopo anni di ritardi dovuti essenzialmente all’incapacità di riunire la commissione esaminatrice, seguito da quello sul servizio di sorveglianza e monitoraggio della stessa rete di 8 milioni di euro. Ma anche mettendoci tutta la buona volontà, non c’è nulla che lasci pensare ad una seppur minima inversione di tendenza. A febbraio 2019, a confermare le difficoltà del Campidoglio, è arrivata infatti la vicenda dei 60 milioni stanziati dal governo nazionale per l'emergenza buche, destinati ad essere gestiti e messi a bando dal Provveditorato interregionale dei lavori pubblici, ovvero l'organo territoriale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, non potendo fidarsi dei modi e dei tempi di assegnare le risorse da parte di Roma Capitale. 

Le discutibili scelte sui dirigenti apicali

Il ritornello ripetuto ad ogni occasione da Sindaca, Assessori ed esponenti M5s, ad oltre due anni e mezzo dal loro insediamento, è che ‘la colpa è delle Amministrazioni precedenti’ e che sono comunque meno numerosi gli insuccessi dei risultati raggiunti, sciorinati sui social network e attraverso i canali più adatti a prestarsi alla propaganda. In realtà basta un sommario ed incompleto elenco come quello di sopra per dimostrare come, alle innegabili difficoltà strutturali della città, si sia aggiunta una pessima gestione delle risorse disponibili, già di per sé insufficienti. Non solo. Tale blocco della macchina amministrativa non ha nemmeno impedito che numerosi dirigenti apicali e subapicali - pur nel timore diffuso di apporre una qualunque firma sulle carte degli affidamenti e sulle decisioni in genere - rimanessero coinvolti in procedimenti giudiziari legati alla loro attività, da Raffaele Marra e Luca Lanzalone ai più recenti casi del Direttore generale Franco Giampaoletti, dell’ex Ragioniere generale Luigi Botteghi e del Direttore ad interim alle Partecipate Giuseppe Labarile. Aldilà delle vicende e delle responsabilità personali che saranno appurate, è innegabile che proprio alcune delle figure promosse e valorizzate, dalla Sindaca in persona e da quel M5s che si è presentato come partito della moralizzazione e dell’onestà, abbiano ulteriormente appesantito l’operato del Campidoglio ed abbiano portato la città a far notizia più per la frequentazione delle aule di tribunale che per il cambiamento promesso. Intanto Roma soffre per un trasporto pubblico tra i peggiori d’Europa ed in costante aggravamento, per i rifiuti ammassati fuori dai cassonetti maleodoranti e la differenziata che cresce al rallentatore, per una burocratica ed ottusa gestione del patrimonio immobiliare comunale che penalizza le realtà socio-culturali anziché incoraggiarle, per le aree verdi abitualmente lasciate all’incuria, per gli alberi non potati che cadono ed incombono minacciosamente su persone e cose, per le buche e le voragini su marciapiedi e strade.

* Andrea Catarci, Movimento Civico