Roma
Mafia Capitale: Buzzi torna a Roma, Carminati no. Il Tribunale al Dap: tutti a Rebibbia
di Valentina Renzopaoli
Trasferire tutti a Rebibbia per assistere e partecipare al maxi processo nell'aula bunker: il presidente della decima sezione penale del Tribunale di Roma Rosanna Ianniello, che presiederà il dibattimento di Mafia Capitale, fa dietro front e manda una lettera al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per verificare la possibilità che tutti gli imputati detenuti nelle varie carceri italiane vengano sistemati nelle celle di Rebibbia nei giorni indicati del processo. Dal giorno dell’arresto Salvatore Buzzi è detenuto in isolamento nel carcere nuorese di Badu e Carros, mentre Massimo Carminati è “confinato” a Parma. E gli avvocati romani incassano una prima vittoria dopo due settimane di tensione. Se così fosse, allora sarà vero show televisivo, visto che proprio l'aula bunker è stata teatro di maxiprocessi.
Lo scontro tra avvocatura e Tribunale era culminato con la proclamazione da parte della Camera Penale dell'astensione dalle udienze penali dal 9 al 12 novembre. Al centro dello strappo il provvedimento con il quale era stato organizzato lo svolgimento del processo che inizierà il prossimo 5 novembre. Modalità “eccezionali” che, secondo gli avvocati, si tradurrebbero in un “totale annichilimento del diritto di difesa degli imputati”. In particolare la decisione di far partecipare gli imputati in videoconferenza, secondo la Camera Penale, limiterebbe incredibilmente la loro possibilità di comunicare con i loro legali e quindi di intervenire durante il dibattimento.
Spetta ora al Dap rispondere all'istanza, ma l'apertura del magistrato è già un segnale importante di un possibile cambio di rotta, o meglio, di uno smussamento di una posizione estremista che aveva esacerbato gli animi a un mese dall'inizio del processo. Da questo cambio di programma rimarrebbe fuori l'ex terrorista dei Nas Massimo Carminati, sottoposto al regime del 41 bis, che quindi parteciperebbe alle udienze in videoconferenza.
Stando alle voci, inoltre, ci sarebbe anche la possibilità concreta di rivedere il calendario fissando a tre invece che a quattro il numero di udienze a settimana. Altro aspetto che aveva fatto balzare le difese sulla sedia: una maratona di quattro udienze a settimana, infatti, rischierebbe di paralizzare sia tutti gli altri incarichi professionali sia lo stesso tribunale, facendo slittare o allungare decine e decine di processi già in corso.