Roma

Mafia Capitale "c'è sempre stata". De Ficchy: "Io l'ho detto e scritto"

C'è sempre stata, quasi fosse una malattia endemica. Insomma, Mafia Capitale non è un scoperta delle indagini partite nel 2013. A sostenerlo è una vecchia conoscenza della Procura di Roma, il dottor Luigi  De Ficchy, ora Procuratore a Perugia ma per anni magistrato inquirente di Piazzale Clodio con gli occhi sulla Banda della Magliana, Gladio e la toga dal pubblico ministero nel procedimento sul sequestro e omicidio di Aldo Moro, poi inquirente sulle stragi mafiose del '93 dall'osservatorio della Procura nazionale Antimafia, prima di essere "spedito" a Tivoli dove è rimasto per 7 lunghi anni.
A Rai Radio1 De Ficchy ha avuto il coraggio di spiegare che "è sbagliato parlare di emergenza criminale a Roma. Si tratta di una situazione permanente, che si manifesta fin dagli Anni '70".
Per chi sostiene che le indagini hanno scoperchiato un sistema corruttivo di recente costituzione e comunque legato al sodalizio Buzzi-Carminati, il Procuratore chiarisce: "La presenza mafiosa a Roma non deve suscitare alcuno stupore è un fatto di enormi proporzioni, perché riguarda la Capitale d'Italia, certo, ma è un fenomeno che affonda le sue radici nel passato. Io ho curato le indagini che riguardavano la banda della Magliana. Adesso, erroneamente, si fa intendere che quella organizzazione criminale prosegua la sua opera, mentre ha cessato di vivere nel 1984, proprio a seguito della mia indagine. Ma  sul territorio sono rimasti elementi e gruppi che, a forza di essere sottovalutati, si sono infiltrati decisamente negli ambiti economici, finanziari e amministrativi. Questo l'ho detto e scritto tante volte, negli oltre 16 anni in cui sono stato alla Procura nazionale antimafia, basandomi sull'ottimo lavoro svolto dalle procure di Napoli, di Reggio Calabria, e anche della direzione distrettuale di Roma. Ricordo - ha aggiunto De Ficchy - una mia audizione nel 2005 alla commissione sicurezza della Regione Lazio, in cui parlai apertamente di queste attività mafiose sul territorio romano e vidi in chi mi ascoltava una sorpresa e uno stupore assolutamente fuori luogo".