Roma

Mafia Capitale, emergenza neve, la grande abbuffata. Buzzi racconta

Mafia Capitale, il ras delle coop “Turella gonfiò la fattura e si prese la sua parte”

di Valentina Renzopaoli

Mafia Capitale, l'ennesima storia di ordinaria corruzione ci porta nell'inverno 2012, quando Roma fu coperta dalla neve.

 

Quarantamila euro suddivisi in sette tranche e un saldo finale da 15mila da gennaio ad agosto 2013: un piccolo “regalo” per l'affidamento diretto dell'appalto assegnato alle cooperative di Salvatore Buzzi in occasione dell'emergenza neve del 2012.

A beneficiare della tangente Claudio Turella, ex dirigente del Servizio Giardini del Comune di Roma, un “tecnico molto qualificato”, il vero “dominus” della struttura comunale che si occupa della manutenzione delle aree verdi.

L'ondata di maltempo che colpì la capitale nel febbraio di quell'anno, che rimane negli annali per l'immagine dell'allora sindaco Alemanno che spala la neve, rappresentò una manna dal cielo per chi riuscì ad assicurarsi i lavori per la rimozione della neve dalle strade romane, e anche per chi riuscì a racimolare la sua “piccola” cresta.
“Turella mi propose un accordo e io lo accettai. Mi disse “se quantifico la fattura dei lavori per l'appalto con un importo più alto tu mi ridai 40mila euro?” io dissì che andava bene. Era la normalità”. E continua: “Gli ho consegnato la prima tranche da 1.500 il 21 gennaio 2013, e poi 4mila il 3 febbraio, 10mila il 28 marzo, 1.500 il 2 aprile, 2.500 il 12 aprile, 1.500 il 2 maggio, altri 2mila il 3 maggio. Poi mi sono interrotto perché Panzironi mi stava dissanguando. Il saldo da 15mila euro l'ho pagato 15mila euro”.

E' un altro spaccato di una società corrotta e di un'amministrazione pubblica malata emersa da Mafia Capitale e confermata ancora una volta durante l'interrogatorio di Salvatore Buzzi. L'ex re delle coop sta ricostruendo la sua versione dei fatti, carte alla mano, in modo dettagliato e incrociando frammenti di memoria con la montagna dei intercettazioni telefoniche e ambientali che raccontano in modo impietoso la prassi corruttiva.
La presidente della Corte domanda: “Prima di questo episodio, negli anni precedenti, visto che lo conosceva da tempo, Turella non le aveva mai chiesto altre tangenti”. Buzzi risponde: “Sotto la giunta Veltroni se qualcuno si azzardava a fare una cosa del genere lo mandavano in galera”.

La gara sulle piste ciclabili

Buzzi ha poi ripercorso le vicende della gara passata alla cronaca come quella delle piste ciclabili. Un affare da un un milione di euro, nel quale ovviamente il ras delle coop aveva tutto l'interesse ad entrare. Racconta Buzzi: “Turella mi aveva chiesto una tangente da 100mila euro, io ho rilanciato a 30mila e ci siamo accordati così. Gli ho promesso che glieli avrei dati a giugno. Ma è stata solo una promessa, in realtà non glieli ho mai dati”.