Mafia Capitale: in carcere un solo politico. Appello al Papa per Luca Gramazio
Il senatore Pdl, Giro: “Per lui un atto di umanità dopo 17 mesi di carcere duro”
Un appello a Papa Francesco perché la Procura di Roma conceda gli arresti domiciliari all'ex capogruppo del Pdl, padre di Valerio, un bimbo nato il 20 giugno del 2015, quindici giorni dopo che l'esponente politico Pdl finisse in carcere nell'inchiesta bis per Mafia Capitale.
L'ha scritta il senatore e vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio D'Europa Francesco Giro, un un momento di sconforto di getto e l'ha lasciata sul suo tavolo in attesa di farla recapitare in Vaticano. Francesco Giro, insieme a Francesco Storace, da tempo perora la causa di Gramazio, accusato dagli inquirenti di corruzione aggravata dal favoreggiamento mafioso e dal giorno delle manette rinchiuso nel braccio G12-S Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia in attesa della fine di un processo che si preannuncia ancora lungo.
Più volte la moglie Patrizia e il padre Domenico Gramazio hanno chiesto al Riesame la rivisitazione delle misure cautelati e la Cassazione ha rinviato al Riesame la verifica delle condizioni per gli arresti domiciliari.
Spiega il senatore Giro che l'agosto scorso è andato a Rebibbia in visita a Luca Gramazio: “In questa vicenda triste di Mafia Capitale è l'unico politico ancora in carcere dopo la scarcerazione di Coratti, Tredicine e Tassone; il partito l'ha espulso e visto che siamo in dirittura d'arrivo per il processo, chiedo al Papa già sensibilissimo sul problema delle carceri italiane un suo intervento perché Luca possa tornare a casa per il Natale e conoscere suo figlio. Ai giudici io non chiedo nessuna clemenza, ma un atto di umanità in attesa della fine del processo perché è evidente ormai che non ci sono più le condizioni per la sua detenzione: isolato dal mondo, dalla famiglia e dalla politica, è impossibile che possa reiterare il reato o che ci sia pericolo di fuga. Luca ha in testa solo il figlio, la moglie e la sua famiglia molto provata da tutta la vicenda. Potrebbe tranquillamente aspettare il verdetto a casa e partecipare a tutte le udienze come ha fatto sinora”.
Prima di Natale Giro andrà nuovamente a trovarlo in carcere: “Luca ha grande fiducia nel collegio giudicante ed è molto concentrato con dibattimento e segue tutte le sedute argomentando la sua ricostruzione dei fatti e la sua linea difensiva. Sogna l'assoluzione”.
Secondo l'accusa Luca Gramazio era a libro paga dei protagonisti principali dell'inchiesta Mondo di Mezzo, Buzzi e Carminati: “Riceveva costantemente erogazioni di denaro da parte di Salvatore Buzzi, che agiva di concerto con Massimo Carminati. 98 mila euro in contanti e 15 mila con bonifico – ha scritto il Gip Flavia Costantini - per un finanziamento al comitato Gramazio, più l’assunzione di dieci persone”. Gramazio si è difeso durante le udienze: “Le assunzioni sono state 5-6 e le persone sono state mandate a casa dopo pochi mesi. Non sono le 24 di cui si parla in un’intercettazione”. Nessun pranzo con Carminati: “Quel giorno ero in consiglio regionale a votare, lo ricordo bene perché era il mio compleanno. Sarebbe bastato controllare i verbali della seduta”.
E sui rapporti tra il padre, l'esponente politico Domenico Gramazio, Luca ha chiarito: “Mio padre era in splendidi rapporti con i genitori di Carminati militavano insieme nel Movimento Sociale degli anni '70 ed erano presenti al mio battesimo. Il Ros mi contesta 13 incontri con Carminati, ma sono stati 6 o 7 tra il 2012 e il 2014”.