Roma
Mafia Capitale: la campagna elettorale si avvelena Giachetti: "Nasce con Alemanno"
Due candidati, un ex sindaco rinviato a giudizio e Mafia Capitale. La campagna elettorale si fa rovente. Ad aprire i fuochi è Roberto Giachetti che va giù durissimo: "Io non intendo nascondere quelle che sono le responsabilità anche nostre in quanto accaduto in questi ultimi anni, ancorché la questione 'Mafia Capitale' non è che nasce con la giunta Marino, ma con quella Alemanno, poi inevitabilmente ha avuto una coda anche nell'esperienza di Marino, che peraltro notoriamente non c'entra nulla, anzi era considerato quasi un avversario dalla criminalità organizzata e in particolar modo da quella di Mafia Capitale".
E subito arriva la risposta al vetriolo di Francesco Storace, anch'egli candidato a sindaco: "Qualcuno informi Roberto Giachetti che la giunta Marino era così estranea a Mafia capitale che finora l’unico assessore condannato si chiama Daniele Ozzimo, che voterà per lui e non per me. Anche senza essere cattolici si possono evitare bugie".
Infine, anche Alemanno aggiunge veleno alla competizione elettorale: "Vorrei consigliare sommessamente a Roberto Giachetti di informarsi meglio su Mafia Capitale se vuole essere credibile come candidato sindaco di Roma. Le vicende e le persone sotto accusa per Mafia Capitale non nascono sotto la mia Giunta. Quando sono arrivato in Campidoglio io ho trovato già in posizione dominante il vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, Luca Odevaine, e le cooperative di Salvatore Buzzi. Quella che è nata sotto la mia Giunta è stata invece l'inchiesta, ma solo perchè nella Procura di Roma erano arrivati nuovi magistrati molto determinati e specializzati nell'inchieste per mafia. Infine, vorrei ricordare a Giachetti che il 70% delle persone coinvolte in questa inchiesta sono politicamente e socialmente collocate a sinistra, mentre l'unica discontinuità avvenuta sotto la Giunta Marino deriva dagli arresti della Procura e non certo per meriti della politica di sinistra".
E conclude dando un consiglio al vicepresidente della Camera: "Continuare col gioco dello scaricabarile non rende credibile nessuna volontà di creare una discontinuità rispetto al passato, una discontinuità che deve discendere da una fredda e pacata lettura dei dati e non da teoremi politici di comodo".