Roma

Mafia Capitale: "La prima inchiesta è quella vera"
Diddi, legale di Buzzi: "L'accusa di mafia la devono provare"

di Valentina Renzopaoli

Le sue metafore colorite (la vacca da foraggiare per poi mungerla, ci stiamo mangiando Roma, siamo un taxi da cui non si scende) hanno fatto ormai il giro del mondo, tanto da riuscire ad offuscare le gesta ben più temerarie del Nero, l'ex Nar Massimo Carminati. Nella seconda tranche dell'inchiesta dei magistrati romani Giuseppe Cascini, Paolo Ielo, e Luca Tescaroli è Salvatore Buzzi a conquistare un posto di primissimo piano, considerato sempre più “centrale nelle complessive dinamiche dell'organizzazione mafiosa diretta da Massimo Carminati”. Il suo legale Alessandro Diddi sceglie affaritaliani.it per commentare le 428 pagine dell'ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini.
Avvocato Diddi, dopo aver letto le carte quali sono le sue prime impressioni?
"Non c'è nulla che ci sorprende in questa seconda tranche di inchiesta: con tutto il rispetto per il lavoro dei magistrati che hanno fatto un'operazione immane e gigantesca, ritengo che si tratti di materiale in gran parte già lavorato nella precedente informativa. Certo questa ulteriore richiesta di custodia cautelare se la potevano risparmiare".
Cosa intende dire?
"Dico che non si vede quali siano le esigenze cautelari, posta la recente legge che stabilisce che per poter applicare la misura cautelare occorra la presenza dell'attualità del pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. In questo caso siamo di fronte a persone che sono già in carcere o ai domiciliari e che comunque si sono dimesse da qualsiasi incarico e sono ormai fuori da ogni attività. Come possano reiterare atti di corruzione per me è incomprensibile".
In questa seconda tranche la figura di Salvatore Buzzi diventa centrale: sembra essere stato lui a muovere le fila dell'intero sistema e soprattutto dei rapporti con la politica romana...
"La mafia ha sempre avuto connessioni e contatti con la politica e capacità di infiltrarsi nei meandri della pubblica amministrazione: ciò non vuol dire che ogni volta che si verificano atti corruttivi si possa parlare di mafia. Il nuovo schema che la Procura di Roma vuole imporre è quello secondo il quale è la corruzione che contraddistingue l'associazione di stampo mafioso: uno schema che non esiste nel nostro ordinamento".
Però nell'enorme mole di materiale raccolto dai magistrati ci sono elementi pesanti a carico del suo cliente: intercettazioni, materiale fotografico che potrebbero lasciare pochi dubbi.
"Non si può negare che esistano prove, come fotografie, che lo ritraggono nell'atto di consegnare denaro a pubblici ufficiali: sarà però necessario fare una diagnosi approfondita sui singoli casi per provare che quel denaro era frutto di corruzione piuttosto che ad esempio, un contributo per finanziare le campagne elettorali, prima di dire che Buzzi è il più grande corruttore della storia romana".

Avvocato, il gip ha stabilito per il primo filone d'inchiesta il giudizio immediato, fissando l'inizio del processo al 5 novembre. Come avete accolto la notizia?
"Noi speravamo in questa soluzione: avevamo timore che la Procura potesse optare per il giudizio ordinario che avrebbe allungato enormemente il tempo per il confronto dibattimentale. Devo dire che guardo con molta tranquillità e una buona dose di ottimismo al processo in corso. Direi il vero processo di Mafia Capitale".
In che senso il “vero processo”?
"Mi spiego: nell'informativa del secondo filone d'inchiesta compare sempre l'aggravante prevista dall'articolo 7 per il reato di corruzione: ovvero, secondo l'ordinanza, si tratterebbe di una corruzione aggravata dall'esistenza di un'associazione per delinquere di stampo mafioso. Ma il sistema mafioso va provato: cosa che tenteranno di fare nel primo processo, il “processo madre”. L'operazione è abbastanza delicata perché se l'impostazione dell'accusa dovesse risultare corretta dovremo accettare l'idea che Roma negli ultimi anni è stata governata da istituzioni basate su un'impostazione corruttiva di stampo mafioso: questa è la vera partita che si gioca".

 

VIDEO 1 - Salvatore Buzzi riferisce a Francesco  Ferrara che, per accogliere le sue richieste  Massimo CAPRARI si era rivolto a lui chiedendogli in cambio l’assunzione di tre persone

 

VIDEO 2 - Salvatore Buzzi riferisce a Emanuela Bugitti che Gramazio aveva fatto assegnare un milione di euro al Municipio di Ostia per il verde pubblico ma che “questo verde deve ritornare tutto a noi ….perché una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso”