Roma
Mafia Capitale, maxi condanna per Buzzi e Carminati. Le richieste dei piemme
Corruzione: “Appalti della pubblica amministrazione gestiti come fette di una caciotta”
Ventotto anni di reclusione per Massimo Carminati e ventisei anni e tre mesi per Salvatore Buzzi. Mafia Capitale: nella 204esima udienza del maxi processo, arrivano le richieste di condanne dei piemme Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini alla X sezione penale del Tribunale di Roma.
Condanne esemplari per i reati di corruzione e associazione a delinquere di stampo mafioso: secondo l'accusa, l'ex Nar è ritenuto dalla procura il capo e l'organizzatore dell'associazione mafiosa.
I pubblici ministeri hanno sollecitato ai giudici della decima sezione penale la condanna degli altri 44 imputati finiti a processo.
Le richieste per gli altri imputati
Diciannove anni e 6 mesi per Luca Gramazio, ex consigliere prima del Comune di Roma e poi della Regione Lazio, e 21 anni per Franco Panzironi, ex Ad di Ama. E poi 25 anni e 10 mesi sono stati chiesti per Brugia, 21 anni per Calvio e Roberto Lacopo, 22 anni per Fabrizio Testa.
Complessivamente le richieste di condanne avanzate dalla procura di Roma nei confronti degli imputati ammontano a oltre cinquecento anni di carcere per i 46 imputati del processo Mafia Capitale. Le attenuanti generiche sono state chieste solamente per Luca Odevaine, che ha collaborato con la magistratura. “Per tutti gli altri non sussistono per la spregiudicatezza criminale dimostrata.
Il cuore del processo
"Gli appalti della pubblica amministrazione sono stati gestiti come fette di una caciotta, un qualcosa da spartire e non certo facendo attenzione al bene comune", hanno detto i piemme che durante la requisitoria hanno spiegato che “il cuore di questo processo sono le intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno un valore di prova autonomo. Sono vere e proprie confessioni, o rivelano reati commessi da altri, ma noi ci siamo mossi sempre con grande prudenza cercando ulteriori riscontri, anche quando non serviva. Discorsi attendibili, logici, spontanei e coerenti, e non chiacchiere di quattro amici al bar”.