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Roma
Mafia Capitale, mezzo mln di euro ai partiti in 1 anno. A Bettini 30mila euro

di Valentina Renzopaoli

Mafia capitale, mezzo milione di contribuiti in un anno regolarmente tracciati a tutti i partiti, a consiglieri comunali e regionali, dall'era Veltroni a quella Marino, e un trattamento “speciale” al “puparo” del Partito Democratico, Goffredo Bettini.

 

All'europarlamentare Salvatore Buzzi avrebbe versato 31mila euro, affinché gli procurasse un appuntamento con Gianni Letta, in realtà mai avvenuto, per intercedere nella gara del Centro di Accoglienza di Mineo. Soldi che sarebbero stati versati per associazioni e cene ma anche per saldare una parte della campagna elettorale delle Elezioni Europee spesi dal parlamentare del Partito Democratico.

L'ultimo pezzetto del gigantesco sistema corruttivo rivelato da Mafia Capitale, lo ha delineato Salvatore Buzzi durante l'interrogatorio fiume, in video conferenza dal carcere di Tolmezzo.

Al centro della storia c'è il suo rapporto con Luca Odevaine e l'idea di entrare nel grosso affare del Centro di accoglienza di Mineo, finito poi in un'altra maxi inchiesta.
“Luca Odevaine mi parlò per la prima volta di Mineo il 3 febbraio 2014, mi consigliò di mettermi in contatto con Bettini, affinchè potesse intercedere con Gianni Letta, il quale avrebbe dovuto parlare con Pizzarotti, il proprietario dello stabile di Mineo”, ha dichiarato ai giudici Buzzi.
“Ho chiamato Bettini alla vigilia delle elezioni europee, alle quali lui era candidato, all'incontro è andato come mio portavoce Carlo MariaGuaranay, vicepresidente della cooperativa. Bettini gli ha promesso un appuntamento con Letta. L'interessamento di Bettini mi è costato 21mila euro, tra soldi elargiti alla sua associazione e cene elettorali”.

Buzzi racconta che a questa somma si sarebbero aggiunti altri 10mila euro. “Dopo le Europee Bettini mi ha chiesto di pagare 30mila euro di debito per soldi spesi in campagna elettorale, alla fine ho accettato di pagargliene 10mila con fatture per prestazioni di operazioni mai avvenute. Sono indignato, in tutto 31mila euro per in incontro che non c'è mai stato”.
Buzzi descrive il rapporto che lo ha legato per alcuni anni a Luca Odevaine, un personaggio chiave dell'inchiesta, un uomo capace di “intrattenere relazioni ad altissimi livelli”, di alzare il telefono e parlare con sindaci, prefetti, cariche istituzionali e politiche di primo piano. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Veltroni, ex capo della polizia provinciale ed ex componente del 'Tavolo di Coordinamento nazionale sull'accoglienza per i richiedenti asilo, svolgeva un ruolo di “facilitatore” nei rapporti.
Odevaine ha già patteggiato per corruzione una condanna a due anni e otto mesi di reclusione, oltre alla restituzione di 250mila euro, ritenuto il provento del reato.

“Odevaine mi serviva per intercedere affinché le istituzioni pagassero alle mie cooperative gli appalti in modo più veloce. Quando viaggiavo con lui mi sentivo un “presidente”, ci venivano a prendere e ci spostavamo con la scorta della polizia”. In cambio era stato fissato un corrispettivo di 5mila euro al mese.
“Su sua richiesta, invece di pagargli uno stipendio, mi resi disponibile a pagare l'affitto mensile di tre appartamenti di sua proprietà, per un totale di 5mila euro da febbraio 2012 a ottobre 2014. Gli appartamenti sarebbero dovuti essere a disposizione della Eriches per l'accoglienza degli immigrati ma in realtà non sono neanche mai entrato dentro a quelle case”.

Rispondendo ai giudici della decima sezione penale del tribunale, Buzzi ha anche aggiunto di aver pagato in nero una “tangente” di 10mila euro, nell'ottobre 2013, subito dopo l'aggiudicazione dell'appalto del Cara di Castelnuovo di Porto “per qualcuno che si era interessato”.

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