Mafia Capitale, primo grado ribaltato in Appello: a Roma mafia vera
La sentenza di appello ribalta tutto: riconosciuta l'associazione di stampo mafioso
Altro che Mondo di Mezzo, a Roma è Mafia Capitale. La III Sezione della Corte d'Appello ribalta quanto deciso in primo grado, riconoscendo l'associazione di stampo mafioso per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
Questo quando deciso della terza Corte d'Appello di Roma, presieduta da Claudio Tortora, che di fatto ribalta la sentenza di primo grado del processo. All'interno dell'aula bunker di Rebibbia, presente anche il sindaco Raggi, è stata infatti riconosciuta la natura criminale delle azioni di Carminati, Buzzi e soci, autori di una diffusa rete di corruzione capace di insinuarsi all'interno della pubblica amministrazione. Tanto da coinvolgere alcuni esponenti della politica comunale e regionale, alterando il destino di molti appalti (dai Punti verde alle piste ciclabili e alle pulizie stradali), puntando alla fine al business degli immigrati.
È stata così accolta la richiesta della procura generale, che nella requisitoria dello scorso 20 marzo aveva chiesto il ripristino del 416bis, ovvero dell'associazione a delinquere di stampo mafioso. Le pene ai due principali imputati, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, che seguivano la lettura in videoconferenza dai carceri di Opera e Tolmezzo, sono però state diminuite (per Carminati sono stati stralciati anche alcuni reati): 18 anni e 8 mesi a Salvatore Buzzi e 14 anni e 6 mesi a Carminati.
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