Roma
Mafia Capitale si ferma ai rom. "Ecco la verità su La Barbuta"
"Sono giorni di sconcerto per il malaffare nella gestione della cosa pubblica comunale. A noi sconcerta ancor di più che non si vada a scavare nella annunciata e subito dimenticata operazione urbanistica della Barbuta. Che cosa è la Barbuta? Un area di 30 ettari di proprietà comunale, destinata a verde pubblico e situata all’angolo tra esterno Gra e Via Appia Nuova. Venne destinata a verde pubblico dalla Variante di Salvaguardia del 1991 in funzione dell’arricchimento dei valori paesistici del Parco dell’Appia". Così in una nota Italia Nostra Roma.
"Un cono visuale parte parallelo all’Acquedotto di Claudio ed attraverso una direttrice libera da costruzioni: Capannellle-Barbuta-Aeroporto di Ciampino giunge direttamente ai Colli Albani - si legge nel comunicato - Ed allo stesso modo provenendo dalla Antica Appia in corrispondenza del GRA, grazie allo spazio libero della Barbuta si apre la visione iconografica più famosa della consolare al cospetto del Vulcano laziale. Ne è conseguito che il Parco abbia inserito Capannelle e Barbuta nel Piano di Assetto, che giace in Regione, nelle zone di ampliamento e che il PTP 12/15 abbia prescritto per la Barbuta: 'Sistemazione a Parco Pubblico attrezzato, anche con impianti sportivi e servizi locali previsti da strumenti urbanistici'. Senza alcuna costruzione per essere chiari. E se non bastasse è anche zona dichiarata di interesse archeologico di area vasta. In tutto questo, si è pensato, giungendo fino in Consiglio Comunale, di usare questa proprietà pubblica preziosa come vile 'merce di scambio'. Se la Barbuta è strategica per il Parco dell’Appia, lo sarebbe certamente anche per la eccezionale accessibilità della posizione sotto il profilo commerciale. Si fa avanti il Gruppo internazionale Leroy Merlin. Ci vuole fare un centro commerciale in cambio di un quartierino per Rom stanziatisi casualmente e provvisoriamente sull’ area da alcuni anni. Tutto sembra normale: oramai ci si è abituati a considerare i Piani Urbanistici semplici consigli, i vincoli paesaggistici, meri ostacoli di vecchie visioni estetizzanti, i Parchi una palla al piede. E la proprietà pubblica? Che dovrebbe essere una cosa 'sacra', viene vista addirittura come un occasione per le operazioni politiche più spericolate. Nessuno ci assicura che in futuro altre proposte di potenti operatori, anche internazionali, non possano forzare PRG, vincolo paesaggistico e ridurre a coriandoli le eventuali presenze archeologiche. E allora ci rivolgiamo alla Regione per un suo pronto intervento per consolidare una conquista storica, come questa, con l’approvazione, urgentissima, del Piano di Assetto del Parco dell’Appia che giace dal 2002".